Elezioni Loggia 2023, Azione accende l'«Officina per Brescia»

Il primo congresso all’hotel Vittoria, dove Davide Danesi è stato «incoronato» segretario cittadino
Da sinistra, Davide Danesi con Benzoni - © www.giornaledibrescia.it
Da sinistra, Davide Danesi con Benzoni - © www.giornaledibrescia.it
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Di diktat ce ne sono due e sono direttamente stampati nel manifesto: mai con il MoVimento 5 stelle e mai con Fratelli d’Italia. Che tradotto con le parole dei vertici locali suona così: «Mai con i populisti e mai con i sovranisti» (la Lega viene liquidata in una frase: «la nostra incompatibilità con loro è sottintesa»). Una linea che Azione intende mantenere sia a livello nazionale sia a livello territoriale e, quindi, anche in vista del voto amministrativo per Loggia 2023. Lo dice il coordinatore provinciale Fabrizio Benzoni e lo ripete davanti alla platea il neosegretario cittadino Davide Danesi - «incoronato» ieri mattina all’hotel Vittoria in occasione del congresso -: «Laddove ci sono loro, non ci siamo noi».

Insomma, di certo non si può dire che il partito di Calenda non sia stato chiaro con la componente del Pd favorevole ad avviare un dialogo con i 5s: sarà questa la posizione che i due segretari terranno (anche) al tavolo della coalizione di centrosinistra. Opposto, invece, l’atteggiamento verso le altre compagini politiche: oltre alla già avviata collaborazione con +Europa, il dialogo - pur mantenendo ben salda la propria identità e, dunque, senza «fusioni» possibili all’orizzonte - resta costante con Italia viva, Radicali, Pd e «tutte gli schieramenti riformisti», Forza Italia inclusa perché «del resto, se si guarda alle battaglie concrete, ha molti più punti in comune con noi - dicono dal pulpito - che con i loro attuali alleati guidati dalla Meloni».

E non a caso, ieri mattina, i lavori del congresso si sono aperti «all’antica», ovvero con i saluti dei segretari cittadini degli altri partiti. Di fatto, Azione ha l’architettura e la struttura del partito ma si muove da civica: fatti salvi i «valori guida», la formazione politica di Calenda valuta possibili congruenze, proposte e posizionamenti entrando nel merito dei singoli temi, senza circoscrivere un perimetro «di principio». Alla platea - una quarantina in tutto le persone presenti, a fronte di un monte tesserati arrivato, a livello provinciale, a quota 500, di cui la metà nel capoluogo e un appeal maggiore nell’hinterland e sul Garda - Danesi ha lanciato l’«Officina per Brescia»: questo il nome del direttivo «che è già al lavoro per elaborare un progetto di prospettiva con idee, proposte e contenuti. Vogliamo essere forti, radicali e diversi».

C’è stato anche un passaggio che per certi versi ha richiamato alla memoria l’incipit di uno tra i più famosi tormentoni-spot di Berlusconi: «l’Italia è il Paese che amo» è diventato «Brescia è la città che amo». Per la Loggia dunque Azione ci sarà, «probabilmente con una lista - immagina Benzoni - anche se è un po’ presto per avere certezze. Il post Del Bono-Castelletti lo vedo in continuità e non escludo che la si possa trovare all’interno del Consiglio: credo che serva appunto continuità nei valori ma con la giusta dose di innovazione». Rolfi può vincere? «No. Ma non lo sottovaluto e come avversario lo rispetto. Penso solo che Brescia sia una città differente rispetto a come lui la vede» conclude il segretario provinciale.

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