Elefante bianco: arrivano condanne per 138 anni

Condanne pesanti, ma pure cinque assoluzioni. Così si è conclusa nei giorni scorsi la tranche arrivata al dibattimento davanti ai giudici della Prima sezione penale del Tribunale (presidente Vittorio Masia) dell'indagine «Elefante bianco».
Si tratta dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Silvia Bonardi - che aveva coordinato l’attività di Carabinieri e Guardia di finanza - e che aveva visto iscritte nel registro degli indagati ben 87 persone.
L'ordinanza di custodia cautelare aveva toccato 38 persone per le quali il gip Marco Cucchetto aveva deciso il carcere, altre 13 per le quali erano scattati i domiciliari e altre tre con l'obbligo di firma. Senza contare i sequestri di beni mobili e immobili.
Dall'inchiesta era emerso uno spaccato sul mondo del narcotraffico e dello spaccio di droga nella nostra provincia, negli anni 2008-2010.
La storia processuale degli imputati era stata suddivisa tra riti alternativi (patteggimaenti e abbreviati) e ordinari.
E dei 14 finiti a dibattimento, cinque come detto, sono stati assolti. Si tratta di Ivan Buono (assistito dall’avv. Ida Tagliani), per il quale peraltro la pubblica accusa aveva chiesto 7 anni di carcere; Mario Franzè (difeso dall’avv. Patrizia Scalvi), nome già noto fin dai tempi dell’operazione «Vesuvio», alla fine degli anni Novanta; Mario Giuberti (affiancato dall’avv. Marino Colosio); e poi ancora Bosco Morandini (che aveva come legale l’avv. Gianfranco Bertussi) e Violeta Paraschiv (difesa dall’avv. Giovanni Migliorati).
Per gli altri invece le condanne sono state assai severe. Molto più di qunto la stessa accusa avesse chiesto. In tutto sono stati comminati 138 anni di carcere, anche se, tra i più colpiti, vi sono serbi, croati e slavi (che nell’inchiesta venivano chiamati i «montenegrini») che oggi risultano essere latitanti e che hanno fatto perdere le loro tracce.
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