«Egregio preside le scrivo dal fronte»: in mostra le lettere della Prima guerra mondiale

La biblioteca ospita le missive inviate dagli studenti dell'allora Regio istituto tecnico Nicolò Tartaglia di Brescia
Immagini e scritti della mostra curata dal prof. Guerra - © www.giornaledibrescia.it
Immagini e scritti della mostra curata dal prof. Guerra - © www.giornaledibrescia.it
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«Egregio signor preside, le scrivo dal fronte». Iniziano così molte delle lettere al centro della mostra tematico-fotografica allestita nell’emeroteca della biblioteca di Rezzato su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura.

Sono state scritte da 50 studenti dell’allora Regio istituto tecnico Nicolò Tartaglia di Brescia e inviate dal fronte della guerra del ’15-’18 al preside Arnaldo Foresti. Da quelle lettere emerge tutta la loro esperienza di studenti-soldato fatta di ideali, speranze, dolore (alcuni di loro non sono mai tornati) e sofferenze.

Come pure una profonda nostalgia per gli studi e per il dirigente (allievo, all’università, di Giosuè Carducci) considerato un secondo padre.

Legame forte

«Ben volentieri rivedrei Lei che, se lo lasci dire, sento legato a me da un affetto quasi paterno, ben volentieri rivedrei le aule e i banchi ove volò il più bel periodo della mia giovinezza», scrive ad esempio Carlo Cardone il 22 giugno del 1917 definendosi il «più discolo fra i suoi scolari».

Lettere in cui Ugo Pavoni, «dal viso un po’ birichino» come lo definisce il preside, Riccardo Nulli «dal magnifico ardimento» e Guido Baccoli sembrano volersi aggrappare a un mondo scolastico molto amato. Antonio Magnacavallo chiede addirittura di potersi presentare agli esami del 1916 e Riccardo Monegatti di poter ricevere un testo di Estimo. Il prezioso materiale era in una scatola che la famiglia Prandelli di Lumezzane aveva dato in custodia a Luca Guerra, professore di Storia dell’Istituto Lunardi di Brescia, artefice dello studio documentale e della mostra, unitamente al grafico Simone Dragone e al fumettista Roberto Marinelli.

Ora quel tesoro è racchiuso in nove pannelli, con tanto di riassunto a fumetti e commento consultabile tramite un QR code grazie al lavoro di alcuni alunni della media Perlasca di Rezzato. La mostra vuole anche essere una sorta di provocazione a dirigenti, professori e studenti affinché non perdano di vista l’opportunità di vivere la scuola come un luogo privilegiato, in cui costruire autentiche relazioni educative. Chissà, poi, se qualcuno leggendole possa ritrovare dei lontani congiunti.

L’esposizione si può visitare negli orari della biblioteca di via Da Vinci 44. Sono possibili visite guidate curate dai ragazzi delle terze della scuola Perlasca (prenotazioni allo 030.2593078).

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