Duplice delitto da Frank, tre piste per un rebus
Tracce, reperti, testimonianze. Centinaia di elementi da analizzare. Almeno tre diverse ipotesi investigative da confermare o da escludere, utilizzando via via i riscontri che i racconti delle persone coinvolte o l’esito degli accertamenti scientifici potranno fornire.
Questo il panorama investigativo che si trovano davanti gli uomini della Squadra Mobile della Questura chiamati a fare luce sul duplice omicidio della pizzeria "Da Frank". Quell'esecuzione costata la vita a Francesco "Frank" Seramondi, 67 anni, e alla moglie Giovanna Ferrari, 65, che sembra quantomeno chiarita nella dinamica, anche grazie alle immagini delle telecamere interne al negozio ma che resta avvolta nel mistero più fitto per quanto riguarda esecutori e movente.
Ad entrare nel locale notturno sarebbero stati in due, con il volto coperto da caschi integrali. Uno di loro avrebbe sparato: due colpi con un fucile a canne mozze caricato a pallettoni.
Sulle motivazioni del gesto e su chi imbracciasse l'arma resta il mistero fitto. Solo per gli inquirenti potrebbe trattarsi di esecutori venuti da fuori. Per tutto il giorno in Questura, personale della Mobile e il sostituto procuratore Valeria Bolici hanno ascoltato collaboratori e familiari delle vittime. Almeno tre le ipotesi in campo:
Secondo la prima Francesco Seramondi sarebbe finito nel mirino della criminalità organizzata che aveva messo gli occhi sull’attività o sulla zona di via Valsaviore. Secondo una altra idea investigativa invece Frank sarebbe stato colpevole di aver rotto, volontariamente o involontariamente, un qualche equilibrio tra lecito e illecito che governava la zona, oppure ancora che Seramondi e sua moglie abbiano pagato per colpe non loro, che siano stati puniti per un torto commesso da un familiare o da un dipendente.
Sembra infatti che tra le persone sentite dalla Polizia qualcuno possa sapere più di quanto non abbia detto.
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