Duemila anni di storia in un chilometro: apre il Corridoio Unesco
Dopo tre anni di progettazione e lavori, Brescia avrà il suo Corridoio Unesco: una passeggiata monumentale che in un chilometro percorrerà circa duemila anni di storia unendo per la prima volta l’area del Capitolium e il complesso di Santa Giulia.
L’inaugurazione ufficiale sarà domani, venerdì 9 giugno, in contemporanea a quella di PLESSI SPOSA BRIXIA, un percorso immersivo del pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni Fabrizio Plessi appositamente creato per il Parco Archeologico di Brescia romana e per il Museo di Santa Giulia che sarà aperto al pubblico fino al 7 gennaio 2024.
Dall'età romana al Rinascimento
Il Corridoio Unesco è un unico percorso pedonale liberamente percorribile da chiunque (l’accesso è gratuito). Il progetto, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei con la collaborazione e il supporto di Camera di Commercio di Brescia e Fondazione CAB, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Bergamo e Brescia, sarà presentato domani in occasione della celebrazione per i dieci anni dall’iscrizione del complesso monumentale di Santa Giulia e del parco archeologico del Capitolium nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, all’interno del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.).
Un unico percorso quindi che dalle vestigia dell’età romana porterà a viaggiare nell’alto Medioevo e nel Rinascimento senza che interferisca la città attuale. Nell’ambito del percorso saranno aperte due nuove piazze pubbliche ricavate in altrettanti chiostri fino ad ora visibili solo ai visitatori del Museo di Santa Giulia. Questo progetto è stato curato dall’architetto Camillo Botticini per ARW Associates.
«Con l’inaugurazione del Corridoio Unesco Fondazione Brescia Musei completa un lavoro quadriennale intrapreso con il recupero della Vittoria Alata e la riqualificazione del Capitolium e quindi con la nuova sezione dell’età romana – commenta la presidente di Fondazione Brescia Musei Francesca Bazoli –. Oggi i due poli del Parco archeologico e del Museo di Santa Giulia sono riunificati in un percorso di straordinaria suggestione che conduce alla piena comprensione del grandioso patrimonio bresciano. È una grande gioia lanciare questo progetto in contemporanea al terzo episodio del trittico espositivo Vezzoli, Isgrò e ora Fabrizio Plessi che abbiamo progettato dal 2021 proprio per avvicinare il pubblico alla comprensione di questo nuovo unicum museale attraverso le installazioni monumentali di tre grandi artisti».
PLESSI SPOSA BRIXIA
Il legame tra archeologia e arte contemporanea, uno dei topos di Brescia Musei, è sancito da Fabrizio Plessi, che con PLESSI SPOSA BRIXIA inaugura domani un percorso immersivo composto da installazioni, videoproiezioni e ambienti digitali monumentali.
Il percorso di PLESSI SPOSA BRIXIA abbraccia diversi ambienti del complesso museale di Brescia romana e si apre nell’aula occidentale del Tempio Capitolino che accoglie Capita Aurea, tre grandi opere multimediali, dove le teste di bronzo di imperatori romani si disciolgono lentamente finendo come oro liquido a terra. Proseguendo, nella navata della Chiesa di San Salvatore s’incontra il grande anello nuziale (manca il titolo dell’opera), fulcro e nucleo narrativo dell’intero progetto che sposa simbolicamente il Museo, i suoi beni e i suoi valori. Le Domus dell’Ortaglia accolgono Underwater Treasure e dopo il passaggio in altre stanze PLESSI SPOSA BRIXIA si chiude nella Sala dell’Affresco del Museo di Santa Giulia dove è esposta la più ampia mostra di schizzi, appunti, disegni e progetti mai realizzata dall’artista, accompagnati da pensieri sul senso della mostra e delle installazioni, che Fabrizio Plessi ha realizzato in oltre tre anni di lavoro per il progetto bresciano.
«La mostra di installazioni site-specific e multimediali di Fabrizio Plessi propone, per la prima volta a Brescia, un grande innovatore dell’arte contemporanea, un umanista tecnologico che da decenni lavora sul rapporto tra vestigia storico-artistica e loro reinterpretazione tecnologica nell’epoca della rivoluzione digitale. Un progetto ambizioso, come lo è stato il ripensamento del sito Unesco bresciano: un progetto museale che trasforma radicalmente lo stesso tessuto urbanistico di questa parte della città rendendo penetrabile i siti museali e contaminandoli con il tessuto urbanistico antico» commenta Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei.
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