Due sillabe sinuose come mostri biblici

Fra gioco delle biglie e voglia di far baldoria
Gog e Magog, due figure mostruose citate più volte nella Bibbia e nel Corano
Gog e Magog, due figure mostruose citate più volte nella Bibbia e nel Corano
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Due sillabe, un labirinto. È il caso della parolina góga, piccolo ma intenso scrigno di curiosità. Innanzitutto il significato: la góga è il colpettino secco che si dà con le dita usate a molla (ad esempio con l’indice prima tenuto fermo dal pollice e poi fatto scattare in avanti). Aveva il suo universo indiscusso nel gioco delle cìche, le biglie.

Da dove deriva? Onestamente, non ne ho idea. Ho trovato invece qualche traccia dell’origine di goghèta (da cui anche il verbo goghetà) che non è una piccola góga ma significa baldoria (nell’espressione fà goghèta) e vede un antenato nel francese rinascimentale goguette, che indica proprio il far festa. Le due sillabe si ritrovano poi nell’espressione ’ndà en góga e migóga, che alle mie orecchie significa qualcosa come andare a finire in niente oppure anche andare a finir male.

Qui risuonano nientemeno che Gog e Magog, due figure mostruose (ma anche i territori estremi e selvaggi in cui queste abitano) citate più volte nella Bibbia e nel Corano. Non solo. Lo stesso suono bisillabico rimbalza anche in un altro modo di dire: fà le bisagóghe che significa andare a zig zag. Lo si dice ad esempio della camminata ondivaga di un ubriaco, ma anche del disegno tortuoso di un sentiero di montagna. Qui mi pare credibile che il termine prenda origine dal riferimento alla biscia (il bìs) e al suo andamento sinuoso. Forse non a caso proprio la Bisagóga è un animale fantastico (simile al nostro Bés Galilì) che popola le leggende della Valcanale, nelle vicine Orobie bergamasche.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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