Due omicidi e un suicidio: una lunga scia di sangue
Ha trascorso una vita intera al fianco della moglie gravemente malata. «Aveva seri problemi psichiatrici», confermano gli inquirenti. Lui l’ha aiutata e accudita per anni. La mattina di questo mercoledì, in preda allo sconforto e alle prese con la depressione per la pesante situazione familiare, l’ha uccisa.
Una storia finita nel sangue quella tra Natalina Badini, 70 anni, e il marito Bruno Caprioli, 76enne ora in carcere con l’accusa di omicidio. «Confermo che la donna era molto malata e che il marito l’ha assistita per tantissimi anni», ha affermato l’avvocato Giovanni Bonomi, legale di fiducia dell’anziano.
La coppia viveva in un appartamento a Lumezzane e la tragedia si è consumata alle 6. «Abbiamo sentito dei rumori e le urla», raccontano i vicini di casa degli anziani coniugi.
Bruno Caprioli ha impugnato un coltello da cucina e ha colpito cinque volte all’addome la moglie, che era ancora a letto. Poi ha telefonato al figlio: «Vieni, ho ucciso la mamma». L’anziano ha poi tentato di togliersi la vita: ha ingoiato alcuni farmaci, ma è stato salvato dall’arrivo dei soccorsi.
Trasportato in codice giallo all’ospedale Civile di Brescia, è stato salvato dai medici. Nel primo pomeriggio l’uomo è stato poi portato nel carcere di Canton Mombello, come disposto dal magistrato di turno Mauro Tenaglia.
«Bruno Caprioli parlerà davanti al Gip nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto. Ora è sotto choc», ha affermato il legale del 76enne.
Il fatto di sangue di Lumezzane ha avuto luogo a poche ore e qualche chilometro di distanza da un’altra vicenda drammatica. L’omicidio-suicidio avvenuto martedì sera a Lonato, dove il 44enne Luigi Cuel ha soffocato e ucciso la fidanzata 18enne Cezara Musteata, di origini moldave, e poi si è tolto la vita impiccandosi ad un albero.
L’uomo, che ha lasciato una lettera nella quale ha spiegato il gesto, non accettava la fine della relazione voluta dalla giovanissima, studentessa a Desenzano del Garda e residente con la madre ed il fratello a Castiglione delle Stiviere.
«Martedì non si è presentato al lavoro, ha detto che aveva bisogno di una giornata libera», ha raccontato il datore di lavoro del 44enne, magazziniere in una concessionaria d’auto. «Era strano, si vedeva che aveva qualche problema, ma a nessuno aveva parlato della sua relazione», ha poi aggiunto il datore di lavoro di Luigi Cuel.
Nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul corpo delle due vittime, che servirà a stabilire con certezza l’orario e le cause del decesso, soprattutto quello della ragazza, che potrebbe essere stata addormentata e poi trasportata in aperta campagna, dove si è consumata la tragedia.
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