Dossier Capitale della Cultura 2023, la presentazione in diretta
Su il sipario della Capitale italiana della Cultura. Mancano undici mesi, certo, ma adesso conosciamo visione, argomenti e molti dei progetti e delle iniziative che nel 2023 Brescia e Bergamo presenteranno ai visitatori e ai loro cittadini. Un assaggio del palinsesto che si comporrà durante il 2022. Perché siamo alla fine e all’inizio di un percorso ancora lungo.
Ieri sera presentazione del dossier al Teatro Sociale di Bergamo, oggi alle 17.30, si replica al Sociale di Brescia (si può seguire qui la diretta). L'evento è in ritardo, ma dovrebbe cominciare a breve.
Due città, una Capitale a rappresentare «l’Italia che sorprende», come ha detto il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, perché ricca di storia e monumenti sconosciuti ai più. L’appuntamento del 2023 sarà l’occasione per «fare un salto radicale nella percezione di Brescia e Bergamo da parte degli italiani, da città manifatturiere a città d’arte». Teatro Sociale sold out (come sarà oggi a Brescia) con le autorità, le istituzioni, il mondo associativo e culturale, gli imprenditori, la società civile.
«Abbiamo scoperto - parole di Del Bono - che Bergamo e Brescia hanno più cose in comune che differenze. Siamo speculari». Insieme hanno iniziato un cammino «che ci può portare lontano, ben oltre il 2023».
I punti in comune
Reddito, demografia, economia mettono i due territori in cima alle classifiche, non solo nazionali. Il tutto con l’obiettivo «di una crescita sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche sociale, perché nessuno deve restare indietro».
Una filosofia che si ritrova nei temi e quindi nei contenuti del dossier inviato lunedì al Ministero, che «guarda al futuro con fiducia», ha sottolineato il sindaco di Brescia. È frutto di mesi di confronto con centinaia di soggetti. Finora sono ben 511 i progetti sul tavolo, un decimo quelli già strutturati intorno al titolo scelto per l’evento 2023: «La Città illuminata». Evoca tanti significati, non ultimo ha commentato Del Bono, l’alto senso civico «della nostra gente mostrato durante la pandemia e in questi mesi. La stragrande maggioranza dei cittadini si è vaccinata e rispetta le regole». Sa qual è la cosa giusta da fare, comprende la strada da seguire grazie «alla semina dell’educazione fatta dalle generazioni che ci hanno preceduto». Essere Capitale, ha ribadito Giorgio Gori, vuol dire «catalizzare politiche, investimenti, iniziative. La cultura facilita la crescita dei territori, perché è uno strumento di comprensione della complessità del mondo e dunque di adattamento ai cambiamenti».
Brescia e Bergamo sono città con forti radici, ma con la testa nel mondo, punta di un’altra Lombardia che vuole dialogare con Milano. È una delle eredità possibili per il dopo 2023, ha sottolineato Gori: l’auspicabile capacità dei due territori (comunità, istituzioni, associazioni, università) di lavorare insieme. Adesso c’è un anno intenso di lavoro per mettere a punto il palinsesto e realizzare alcune premesse: bigliettazione unica, piattaforma web degli eventi, ricerca e formazione dei volontari, mobilità fra Brescia e Bergamo (navette, car sharing), sportello unico per i visitatori.
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