«Dopo Paladino, pronti a lavorare per Kapoor»
Se Mimmo Paladino è stato l’«Ouverture», Anish Kapoor potrebbe essere il seguito del viaggio di Brescia Musei e della città nell’arte contemporanea. Ne è (quasi) sicuro il direttore della Fondazione, Luigi Di Corato, che sul progetto per ora sfumato di coinvolgere l’artista anglo-indiano nel nuovo allestimento della pinacoteca, si dice ottimista.
«Il progetto non è abbandonato - ha commentato ieri a margine della trasmissione «Magazine» su Radio Bresciasette, dove è stato ospite di Maddalena Damini - e potrebbe andare in porto già a settembre».
Il nodo da sciogliere è quello delle elezioni amministrative. Se l’attuale Giunta dovesse lasciare, non è scontato che il rapporto di fiducia con il Consiglio di amministrazione di Brescia Musei, il cui mandato scade tra un paio d’anni, rimanga inalterato.
«Naturalmente ci auguriamo che, comunque vada, si possa continuare a lavorare per una programmazione almeno a medio termine» ha aggiunto Di Corato. Il che significa che le pareti delle sale di palazzo Martinengo potrebbero accogliere la tappezzeria disegnata a hoc dall’artista, per il momento accantonata per l’incertezza sui costi e i tempi della realizzazione, non compatibili con quelli della riapertura della pinacoteca. In attesa del secondo capitolo, prende corpo anche sulla carta la mostra diffusa delle opere di Paladino tra piazze e monumenti della città. Un vero e proprio libro d’artista, con testi dello scrittore e poeta Aldo Nove e fotografie di Ferdinando Scianna (progetto grafico di Alberto Bianda, in pagina un saggio di Di Corato) è disponibile da oggi al bookshop di Santa Giulia e del parco archeologico Brixia («Ouverture», Silvana editoriale, 40 ) per raccontare, in una sorta di reportage attraverso lo spazio e il tempo, l’opera di Paladino e un’immagine inedita della nostra città.
I versi di Aldo Nove raccontano la storia di Brescia dall’antichità al ’900 (accanto alle riproduzioni di opere d’arte, vecchie stampe, cartoline d’epoca), gli scatti di Scianna immortalano il rapporto che le sculture di Paladino hanno saputo creare con l’architettura storica della città - dal monastero di Santa Giulia al Capitolium, dal Duomo vecchio a piazza Vittoria - ma soprattutto con chi si trovava a passarvi accanto, per caso o intenzionalmente. Emblematica l’immagine di copertina, con un indiano con tanto di turbante che si staglia sulla sagoma del cavallo «Zenith» collocato in piazza.
Il libro verrà presentato in città con un incontro pubblico con Paladino, «una grande festa - ha anticipato Di Corato - forse già entro gennaio».
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