Dopo la grandine e i nubifragi: «Non ci sono scorte infinite di tegole per rifare i tetti subito»

Molte strutture danneggiate nel Bresciano dai violenti temporali dei giorni scorsi dovranno quindi aspettare settembre, dice l'Ance di Brescia
Un tetto con le tegole divelte dal maltempo in via Repubblica Argentina - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Un tetto con le tegole divelte dal maltempo in via Repubblica Argentina - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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Tetti scoperchiati, lamiere divelte, tegole infrante. I venti fino a 100 chilometri orari e le violente grandinate che si sono abbattute nei giorni scorsi su tutto il territorio bresciano hanno lasciato il loro segno sulle coperture di case e aziende, che in molti casi sono ora da rifare da zero. Con il risultato che le imprese edilizie locali stanno ricevendo in queste ore «chiamate per richieste di interventi urgenti come forse mai prima d’ora, da tutta la provincia» dice il presidente dell’Associazione Nazionale Costruzioni Edili (Ance) di Brescia, Massimo Angelo Deldossi.

Stabilire con esattezza l’estensione dei danni e quantificarne i costi ora non è possibile. Sta di fatto però che i telefoni delle imprese continuano a suonare ma la risposta più condivisa è che sarà fatto il possibile per tamponare il grosso: molti interventi strutturali definitivi dovranno aspettare la fine dell’estate perché non ci sono abbastanza tegole e materiali vari nei magazzini.

«Stiamo lavorando alacremente per rispondere a tutti, il problema è che le scorte di tegole e lamiere, di cui peraltro oggi esistono tantissimi tipi, non sono infinite e recuperare il materiale mancante a ridosso di agosto non è facile – spiega Deldossi –. Anche perché si avvicinano le ferie e molte imprese avevano già programmato la chiusura, come di consueto. Se fossimo in un periodo diverso potremmo risolvere tutto in una decina di giorni». Si opera quindi d’urgenza per mettere almeno in sicurezza gli edifici posizionando coperture temporanee come guaine e teli, che andranno poi sostituite. 

I danni sono diversi: «La grandine ha spezzato in due le tegole, mentre le raffiche di vento hanno scoperchiato i tetti fatti di lamiere – prosegue il presidente Ance Brescia –. In passato ci era già successo di intervenire dopo eventi meteorologici simili ma erano molto più localizzati, questa volta invece le richieste arrivano dalla Bassa al basso Garda, passando per le valli». In vista di un futuro in cui fenomeni come quelli ai quali abbiamo appena assistito si intensificheranno, anche dentro l’Ance ci si chiede come si possano adattare le costruzioni di domani ai cambiamenti del clima innescati dall’attività umana. «Non è un problema facile perché le conseguenze di una grandinata e di una tromba d’aria non sono simili. Si ragiona ma – conclude Deldossi – anche in altri Paesi non sono ancora state trovate soluzioni tecniche in grado di fronteggiare dinamiche così diverse». 

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