Dopo Concesio, i volontari: «Noi raccogliamo per fare del bene»
La notizia ha fatto discutere non poco. Forse, discutere è il verbo sbagliato. Visto che molte bocche, forse anche in via precauzionale e in attesa di ulteriori sviluppi, restano cucite. Il sindaco di Concesio Stefano Retali, il suo vice Domenica Troncatti, e tutta la giunta a guida Pd sono stati indagati. Con loro il parroco di Sant’Antonino don Fabio Peli, che con due volontari, pure loro coinvolti, gestisce la raccolta di carta e ferro, stoccando il materiale in un’area pubblica. Ciò che la Procura contesta è che si tratti di una discarica abusiva: il sacerdote deve rispondere di gestione dei rifiuti non autorizzata. Ai componenti dell’Amministrazione è contestato invece il reato di falso in atto pubblico perché, pur sapendo che la gestione dei rifiuti non fosse autorizzata, hanno versato alla parrocchia contributi per oltre 44mila euro in nove anni. Sul Garda. Cosa se ne pensa nella nostra provincia? Sul Benaco il pensiero si potrebbe riassumere così: pochi volontari, troppa burocrazia. La pratica della raccolta del ferro nelle parrocchie del Basso Garda è poco diffusa.
Il parroco di Bedizzole, don Franco Dagani, fa sintesi: «Noi la organizzavamo fino a 4-5 anni fa, ma poi abbiamo smesso, sia perché non avevamo abbastanza volontari per farla, sia perché ci è stato sconsigliato per ragioni di sicurezza degli addetti». Erano più le complicazioni, insomma, delle soddisfazioni. A Desenzano e in altre comunità, questo genere di raccolta viene messo in atto da gruppi «esperti». Qualche volta questi gruppi vengono affiancati da volontari e giovani degli oratori, ma ciò non avviene sempre.
Le parrocchie sembrano prediligere tutt’altro genere di raccolta. A Moniga, per esempio, ci si concentra su materiali di natura diversa: «Raccogliamo indumenti e generi alimentari - spiega il parroco, don Giovanni Berti - che poi distribuiamo ai bisognosi». E lo stesso, in modalità differenti a seconda del paese, si fa in tutte le parrocchie. Anche a Lonato, dove il co-parroco don Matteo Selmo precisa che «ogni attività portata avanti dell’oratorio segue scrupolosamente le normative vigenti».
Da Gussago. Spostandoci a Ovest, a Gussago regnano preoccupazione, indignazione e silenzio sul caso-Concesio, che - come si diceva - potrebbe presentare analogie con molti paesi della provincia. Non rilascia dichiarazioni il sindaco Giovanni Coccoli. Si riserva un accertamento con i tecnici del Comune per quanto riguarda l’attività di raccolta di materiali di scarto da parte delle associazioni e delle parrocchie. Tace la parrocchia stessa, ma senza imbarazzo, in attesa di approfondimenti. Circola però rabbia, tra i volontari. «Da cent’anni la raccolta del ferro e della carta ha alimentato tante attività sociali e ha rappresentato un momento di aggregazione profonda nei paesi. Tutte le associazioni di volontariato dovrebbero autodenunciarsi, per far esplodere un caso nazionale. È uno degli attacchi a tutto ciò che attiene al mondo che sta intorno alle parrocchie, al di là del fatto che avviene, in quel paese, alla vigilia delle elezioni».
Il volontariato, che è una spina dorsale d’Italia - argomentano i giovani - potrebbe essere attaccato in ogni momento e per ogni cosa, poiché spesso si svolge con operazioni extra-lavoro. Rabbia e timore, dunque. Timore di rendere pubblico il proprio nome «perché da anni l’Italia è intollerante». A Gussago, due volte all’anno, si svolge il Campo Emmaus, la raccolta di carta, ferro, vetro, stracci e legno. Dal lavoro dei volontari viene ricavato un piccolo utile, che la parrocchia destina ad attività di solidarietà. I giovani esprimono solidarietà a don Fabio Peli, già curato a Gussago, poi trasferito a Concesio. «Ciò da cui è stato raggiunto - affermano i giovani gussaghesi - ha la forma di una condanna preventiva, con l’esposizione alla gogna mediatica».
Dalla Valcamonica. Sono tante le raccolte che, in molti paesi della Valcamonica, vengono organizzate durante l’anno: da parrocchie e oratori, dagli alpini o dal Mato Grosso, dalle associazioni di volontariato, tutte finalizzate a collettare soldi per cause benefiche. Anche a Ossimo sono stati raccolti rottami di ferro in paese per pagare l’ultima rata del restauro dell’organo che fa mostra di sé nella chiesa. Oppure un mese fa a Malegno, quando gli alpini si sono prodigati per donare fondi all’asilo e all’oratorio per le loro attività. Si tratta però tutte di attività «spot», ossia una o al massimo due volte l’anno, e i materiali vengono subito stoccati all’isola ecologica o in luoghi autorizzati.Molti oratori, poi, che in passato raccoglievano materiali, come quello di Breno, hanno smesso: l’attività non è più redditizia come un tempo e le forze sono sempre meno in termini numerici.
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