Dopo 64 anni chiude l’erboristeria Alpestre, fu la prima a Brescia
In una via storica spicca una vetrina altrettanto storica, ricca di idee e consigli per la salute. Il negozio è caldo, accogliente, il profumo delle piante e degli arredi in legno crea un’atmosfera magica, di cui si potrebbe godere per ore. L’erboristeria Alpestre, prima in assoluto aperta in città, tra le prime anche in Lombardia, dopo 64 anni di attività ininterrotta ha chiuso i battenti proprio ieri.
Il cuore di Brescia perde un’istituzione che Liliana Grandi ha portato avanti lungo oltre sei decenni dapprima in via Bassiche e poi da corso Garibaldi, dove sono entrate generazioni di clienti in cerca di natura e benessere. Conclude così il suo lungo cammino mettendo la parola fine, non senza sofferenza da parte di titolare e clientela, ad una gloriosa epopea di gestione di successo di una bottega che ha fatto la storia dell’erboristeria in città.
Erbe curative
È nata così la sua passione: da giovane imparò dal suocero, esperto di piante officinali che raccoglieva nei boschi, a conoscerne le proprietà benefiche. Seguì poi il corso a Padova e Bressanone e fece l’esame per l’abilitazione alla professione, prima donna in Italia. «Non c’era ancora il corso di laurea in Scienze erboristiche - racconta -. Anzi, quando ho aperto il negozio erano in molti ad entrare per chiedere qual era la merce in vendita».
La carriera
Ci sono voluti anni per diffondere questa «novità» e il carattere forte e determinato della titolare dell’Alpestre per raggiungere notorietà e successo. «È stata una lunga e soddisfacente carriera la mia - conclude Liliana Grandi - in un settore che oggi ha assunto connotazioni troppo spesso solo commerciali ma che, in realtà, presenta tutti i caratteri per essere inserito come materia culturale nel panorama italiano». Una lunga carriera che lascia certamente un vuoto da colmare con altrettanta maestria, che alla titolare è valso il premio internazionale «Ercole d’oro» 1976; medaglia d’oro artefici del lavoro italiano nel trentennale della Repubblica 1946-1976; il primo premio referendum «Cortesia e qualità Lombardia» nel 1975 e il primo premio Città di Brescia nel 1976.
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