Donna scomparsa: lente sulle scarpe del marito
Davanti al silenzio dell’uomo accusato di omicidio e dopo una settimana di ricerche di un cadavere che non si trova, gli inquirenti cercano di pescare il jolly dal mazzo delle indagine.
Risalire al luogo dove è stato occultato il cadavere della 29enne marocchina Suad Allou attraverso l’analisi del terriccio che il marito 50enne Abdelmjid El Biti aveva sotto le scarpe da lavoro domenica notte 3 giugno quando le telecamere di un bar sotto casa della moglie lo hanno immortalato mentre trascinava un pesante sacco nero.
«La donna può essere uscita dalla sua abitazione solo nel borsone che l’indagato trascinava alle ore 4.47» ha scritto il gip Lorenzo Benini nell’ordinanza con cui ha mantenuto in carcere il marocchino. Da questo punto chi indaga non si sposta nemmeno di un centimetro. Nessuno pensa ad una pista alternativa al delitto in famiglia.
Il ritrovamento del corpo della giovane mamma chiuderebbe il cerchio. El Biti era vestito con la tuta da lavoro e le scarpe antinfortunistica. Proprio quelle sulle quali ieri mattina il sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo ha disposto accertamenti. Come trovare un ago nel pagliaio. Il 50enne si è mosso senza telefono cellulare e quindi l’unica cella agganciata la sera della scomparsa della moglie è quella di casa sua a Seniga.
Esami di laboratorio a parte le ricerche di Suad Allou non si fermano: da via Milano a Seniga gli agenti della Squadra Mobile della Questura battono il territorio senza sosta. L’attenzione sarebbe concentrata soprattutto sui corsi d’acqua dove El Biti potrebbe essersi liberato del corpo della moglie.
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