Domani l'ispezione del Comune nella palazzina... d'accoglienza
Confronto tra il sindaco Del Bono e il prefetto Valenti sulla situazione di via Bocchi 19. Il primo cittadino: «Così non va»
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Cinque appartamenti, 44 stranieri dei quali 39 adulti e cinque bambini. Benvenuti nella palazzina... d’accoglienza. Via Bocchi 19 in città, nel cuore di Porta Cremona.
Lo stabile è stato quasi interamente affittato (cinque appartamenti su sei) alla cooperativa bresciana Ekopra, che ne ha fatto un centro profughi dopo il via libera, attraverso un bando, della Prefettura. Per tanti è stata una sorpresa. Per i residenti, ma soprattutto -pare - per il Comune di Brescia . E la retromarcia sarebbe dietro l’angolo.
«Così non va». «Abbiamo saputo dell’occupazione dell’immobile solo a cose fatte» ha spiegato il sindaco Emilio Del Bono che ha già in agenda un incontro con il prefetto Valerio Valenti al quale il primo cittadino ha manifestato il disappunto per la mancata comunicazione, ottenendo una rassicurazione: «Mi ha garantito che la situazione sarà alleggerita». Nel frattempo tecnici della Loggia domani verificheranno l’agibilità dell’immobile, costruito nel 1960 e disabitato da tempo.
«Sono stati fatti piccoli e sommari lavori di adattamento nelle scorse settimane» racconta un residente della zona, la cui abitazione confina proprio con la palazzina occupata dagli stranieri, e che nei giorni scorsi ha inviato una lettera alla Prefettura, ma anche al questore, al sindaco e all’Ats per denunciare «lo stato fatiscente in cui versa il condominio» .
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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