Diossine, da Alfa Acciai e Ori Martin emissioni in calo

Dati confortanti dai rapporti degli Osservatori sulle due aziende bresciane a San Polo e San Bartolomeo
Una veduta aerea dell’Alfa Acciai -  © www.giornaledibrescia.it
Una veduta aerea dell’Alfa Acciai - © www.giornaledibrescia.it
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In un tessuto industriale in evoluzione come quello bresciano, l’attenzione alla compatibilità tra aziende e ambiente circostante è sempre più prioritaria. E il percorso per sintetizzare la giusta distanza tra industrie e territorio è stato avviato da circa 10 anni. A testimoniarlo sono i rapporti degli Osservatori Alfa Acciai e Ori Martin, dai quali emergono dati sulle emissioni di diossine nell’atmosfera da parte delle due società in sostanziale miglioramento.

A delineare lo stato di salute dell’aria di Brescia in Commissione Ecologia e Ambiente sono gli stessi rappresentanti delle aziende, chiamati a spiegare il lavoro compiuto nell’ultimo decennio. «Nel 2012, pur essendo sotto il limite di legge di 0,1 nanogrammi per metro cubo, i dati mensili evidenziavano emissioni massime intorno a 0,06 nanogrammi», spiega Matteo Fenotti, coordinatore dell’ufficio ambiente di Alfa Acciai.

Attraverso la rilevazione mensile di dati con apparecchi posti sui due camini dell’acciaieria di San Polo, risulta che negli ultimi 10 anni i valori sono andati riducendosi sempre di più fino ad arrivare nel 2020 a quota 0,01 nanogrammi di sostanze tossiche per metro cubo.

«L’estate scorsa - continua Fenotti - Alfa Acciai ha inoltre ridotto la sua impronta sul territorio perché recupera parte del calore che verrebbe comunque messo in atmosfera e lo cede alla rete del teleriscaldamento».

Nel rapporto dell’Osservatorio di Ori Martin cambia il quartiere, ma non la rilevazione dei dati. A San Bartolomeo da anni la società ha avviato un fitto confronto con la popolazione locale. A prendere la parola è Giovanni Comboni, consigliere delegato di Ori Martin: «Dal 2011, con la nascita dei primi comitati ambientalisti abbiamo cercato di lavorare al massimo della trasparenza cercando una mediazione. L’Osservatorio è stato per noi il luogo più indicato al confronto».

E ne hanno giovato tutti, grazie alle risposte a segnalazioni di odori, rumori, emissioni e fumi. Secondo il rapporto di Aria Bene Comune, le aziende del Consorzio Ramet, che riunisce 21 aziende metallurgiche bresciane, incidono sulla qualità dell’aria con il 4% del totale, su media annuale.

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