Diocesi pronta per la Fase 2: «Vicini a chi è nel bisogno»

Il vescovo Tremolada: «Presto sarà operativo il fondo di solidarietà destinato alle famiglie»
Il vescovo ha incontrato i medici e i malati del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civile - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il vescovo ha incontrato i medici e i malati del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civile - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una tempesta inaspettata ci ha travolti, l’emergenza coronavirus è tragicamente entrata nel nostro quotidiano costringendoci a cambiare ritmi, abitudini, a modificare le nostre relazioni.

Ci ha fatto versare, e continua a farci versare lacrime. Ma ora, timidamente, si comincia a vedere la luce, si intravede la speranza che il dopo stia arrivando. Anche la Chiesa bresciana guarda a questo dopo, a quella che tutti chiamiamo la fase 2.

La Diocesi pensa al futuro e fin da ora si prepara a scendere in campo per aiutare tutti coloro che si troveranno in difficoltà, si prepara a tendere una mano per far rialzare chi è caduto.

«La vita per noi in queste ultime settimane è totalmente cambiata:ci siamo sentiti improvvisamente fragili, impauriti, insicuri - ha scritto il vescovo Pierantonio Tremolada in una lettera indirizzata a tutta la diocesi -. Soprattutto abbiamo dovuto contare i nostri morti, tante persone che abbiamo affidato al Signore senza neanche la possibilità di un saluto da parte dei propri parenti. Questa prospettiva cui ci eravamo abituati, d’un colpo è sparita e ci siamo ritrovati a fare i conti con il nostro limite e la nostra impotenza».

Ora però «si comincia a respirare e si sente il bisogno di guardare avanti. Si parla di fase 2 e di fase 3 per indicare un percorso che ci attende, sul quale si dovrà riflettere con molta attenzione»; per il vescovo Tremolada «sarebbe però un grave errore intendere la fase 2 come un semplice ritorno alla situazione precedente l’epidemia, mettendo finalmente tra parentesi quanto accaduto».

«Un’attenzione particolare - prosegue il vescovo - sarà rivolta alle situazioni di difficoltà dei singoli, delle famiglie, delle parrocchie, delle comunità religiose, ma anche delle scuole e degli altri enti assistenziali ed educativi. A questo riguardo saranno date informazioni precise circa la gestione del Fondo diocesano di solidarietà e del Fondo costituito con il contributo Cei proveniente dall’8 per mille».

Il vescovo invita poi i suoi sacerdoti a dar vita ad un «discernimento pastorale che orienterà il cammino futuro», questo anche in vista della sua prossima lettera pastorale. Sui tempi di ripresa della vita della Chiesa, che non poche polemiche continuano a suscitare anche in diocesi, mons. Tremolada è chiaro: «Fino al 3 maggio nulla cambierà». E per essere ancora più chiaro: «È evidente che le decisioni riguardanti la ripresa delle attività pastorali non potranno prescindere dal riferimento costante ai decreti del governo nazionale e regionale e alle comunicazioni della Conferenza episcopale italiana e lombarda».

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