Differenziata, la «rossa» chiude il cerchio tra le perplessità
Timidi, fuori dai palazzi del centro, fanno la loro comparsa i primi sacchetti gialli e marroni della raccolta differenziata. Pochi, ma alle 19 non tutti sono già rincasati e in tanti preferiscono aspettare fino all’ultimo. «E se poi me li rubano?», si chiede la signora Antonietta, 80 anni, che vive da sola in via Moretto.
«Dove sono i cassonetti nuovi?», domandano altri residenti in via Gramsci. Da ieri sera, con la zona rossa, è partita anche l’ultima tornata e l’intero Comune è tenuto alla raccolta differenziata dei rifiuti, con il nuovo sistema misto.
Al centro storico sono però riservate alcune eccezioni: i 16mila abitanti (circa 8mila utenze, di cui 6mila domestiche e 2mila non) devono lasciare in strada solo il sacchetto giallo della plastica e quello marrone della carta. Vetro e lattine vanno nei 73 cassonetti verdi liberamente accessibili, mentre l’organico e l’indifferenziata devono essere messi nei bidoni a calotta (73, marroni, per l’umido; 130, grigi, per i rifiuti misti). Accorgimenti. Entro le mura venete anche le dimensioni dei contenitori sono ridotte, per guadagnare spazio pedonale sui marciapiedi.
![Nel cassonetto. Per ora cassonetti nuovi solo per il vetro](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/18skcj3ezdjn28xcb7b/0/t1_a_web.webp?f=16%3A9&w=800)
Come nelle altre zone, tuttavia, le opinioni sul nuovo sistema non sono unanimi. «È un disastro - dice Domenico Francese, proprietario di una pizzeria in corso Magenta -. Innanzitutto non sono chiare le regole su come dividere i rifiuti, inoltre è davvero antiestetico e non giova agli esercizi commerciali. Di certo la gente non entra volentieri in un negozio o in un ristorante se per farlo deve passare tra sacchi di immondizia». Anche Giovanni Paglia, che vive in vicolo Santa Chiara, non è molto convinto: «Per fortuna abbiamo almeno i cassonetti per il vetro e il metallo, ma per il resto è una situazione difficile da gestire. Io, per esempio, devo tenermi in casa una settimana la plastica e la carta, ma non ho né un balcone né un cortile». Come lui la pensa Osvaldo Parolari: «Sapevo che sarebbe partita la differenziata, ma non ho ancora ritirato il kit e non mi sono informato su come si faccia. Era più sensato andare avanti con i cassonetti. Abito in un monolocale di 35 metri quadrati: dove metto la spazzatura?».
![Dove lo metto. Accanto al cestino o davanti alla vetrina?](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/18skcj7a1ck3ltq38jg/0/t1_b_web.webp?f=16%3A9&w=800)
Eppure la consapevolezza c'è: «È un passo obbligato - dice Francesco Parolin, che ha un negozio in via Musei -. Era più comodo prima, ma il futuro è questo. Vedremo come andrà». Anche Giuliana Tisi è convinta che sia la direzione giusta: «È un segno di civiltà - commenta mentre spinge un bimbo sul passeggino e tiene per mano la figlia -. Sto già insegnando ai miei bambini come fare». Il ritiro dei kit - 75% della popolazione il giorno prima dello start - è in linea con le altre zone, ma i ritardatari hanno tempo fino a domani per ritirarli nel punto distribuzione di via Reverberi 34.
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