Deve prenotare la visita urgente entro 72 ore, ci mette 20 giorni
Doveva cavarsela in 72 ore, invece la sua odiessea sanitaria è durata una ventina di giorni. «Prenotare una visita con ricetta urgente nei tempi stabiliti, in una delle strutture pubbliche o accreditate della nostra provincia, è diventato praticamente impossibile». A raccontare il pesante disservizio di cui è stato egli stesso vittima è Roberto Siani, presidente del Comitato consumatori. «Ho provato sulla mia pelle questa inefficienza - continua -, ma purtroppo non sono stato l’unico. Molte altre persone hanno patito questi pesanti e inconcepibili problemi e ci hanno segnalato le criticità lamentando anche un inadeguato supporto dai Centri unici di prenotazione contattati».
In effetti anche noi, grazie alla disponibilità di un utente che doveva prenotare una prestazione urgente, siamo stati testimoni delle lunghe attese ai call center, dei rimpalli tra una struttura e l’altra, delle liste d’attesa online non aggiornate: alla fine nessuno è stato in grado di fissarci un appuntamento entro le 72 ore. «Non avendomi preso in carico l’urgenza - continua Siani - sono ritornato dal mio medico che mi ha prescritto una nuova ricetta e questa volta con scadenza di dieci giorni, cioè con priorità B. Mi sono riattivato mettendomi a chiamare in lungo e in largo, tutto inutile: anche questa volta non sono riuscito a prendere appuntamento: mi hanno ribadito che non avevano la possibilità di fissarmi la visita nei termini previsti».
Gli addetti ai Cup dirottavano la chiamata di Siani, così come quella a cui abbiamo assistito noi in viva voce, su altre strutture sanitarie che, secondo i calendari del servizio regionale, avrebbero potuto erogare la prestazione entro i termini stabiliti. Peccato che poi tutte le nostre telefonate andassero a vuoto. «Le disponibilità che appaiono nell’area prenotazioni del sito regionale - continua Siani - sono del tutto indicative e inattendibili perché le agende non sono aggiornate in tempo reale».
I disservizi che hanno coinvolto parecchi utenti sono stati descritti nel dettaglio in una lettera che il presidente del Comitato consumatori ha inviato ad alcuni ospedali della provincia, all’Ats di Brescia e all’assessore regionale Giulio Gallera. Una missiva alla quale Ats ha prontamente risposto dando a Siani indicazioni sulle disponibilità che a loro risultavano nelle varie strutture sanitarie della provincia «ma specificando - precisa il presidente - che le liste online non erano aggiornate in tempo reale, e consigliandomi infine, per ottenere dati certi, di contattare la singola struttura. Devo dire che oggi la mia odissea è finita: dopo venti giorni sono riuscito a fare tutti gli accertamenti richiesti dal medico». Sulla delicata questione anche noi abbiamo interpellato Ats, ma a oggi non abbiamo ancora ricevuto una risposta in merito.
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