Depuratore del Garda, pressing sul ministro: «Via il commissario, scelga il territorio»
Cresce il pressing sul ministro dell’ambiente per revocare il commissario alla depurazione del Garda e rivedere l’attuale progetto che prevede due impianti, a Gavardo e Montichiari con scarico nel Chiese. Martedì una delegazione di sindaci (Marco Togni, Montichiari; Damiano Giustacchini, Prevalle; Simonetta Gabana, Calvagese; Davide Comaglio, Gavardo; Giovanni Benedetti, Muscoline; Giovanni Cottini, Bedizzole; Pietro Sturla, Bagnolo Mella; Alberto Maestri, Paitone) e parlamentari (Cristina Almici, FdI; Simona Bordonali, Lega; Gian Antonio Girelli, Pd), oltre al presidente della Comunità montana di Valsabbia Giovanmaria Flocchini, è stata ricevuta dal ministro Gilberto Pichetto Fratin.
Un incontro che arriva dopo il summit, a metà febbraio, tra il ministro, i vertici di Acque Bresciane (la società che ha presentato il progetto) e la presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini che aveva suscitato un vespaio di polemiche.
La trasferta a Roma
«Al Ministro - spiega una nota congiunta diffusa al termine dell’incontro - abbiamo rappresentato il nostro punto di vista e la nostra posizione: nessuno di noi è contrario alla depurazione degli scarichi fognari dei comuni afferenti il lago di Garda che deve essere tutelato. Al contempo - rimarca la nota - abbiamo rimarcato che tale attenzione deve essere posta in egual misura sul fiume Chiese».
L’incontro è servito per ricapitolare al ministro «i passaggi fondamentali» di una vicenda lunga e intricata, fino alla nomina del Commissario straordinario (nella figura del prefetto di Brescia) avvenuta nel giugno 2021 e all’individuazione dei siti di Gavardo e Montichiari come soluzione migliore (luglio 2021): «tali soluzioni - continua la nota - sono state solo ed esclusivamente una volontà politica di parte finita a discapito del fiume Chiese senza basarsi invece su una Valutazione Ambientale Strategica (obbligatoria e per cui abbiamo fatto ricorso)». Sindaci e parlamentari, inoltre, si dicono «preoccupati dall’aumento spropositato dei costi che graverebbero nelle tasche di tutti i bresciani».
Le richieste
Il ministro, per parte sua, ha spiegato di aver riferito ai rappresentanti della Comunità del Garda incontrati nelle scorse settimane che avrebbe ascoltato anche le ragioni rappresentante dagli amministratori dei comuni del Fiume Chiese. E così è avvenuto. Infine sindaci e parlamentari hanno avanzato alcune richieste: la prima è quella di «superare il commissariamento e riaffidare alla Provincia di Brescia l’iter decisionale come prescritto dalla legge». Come si ricorderà tra la fine del 2020 e la primavera del 2021 un lungo lavoro di mediazione politica (la cosiddetta mozione Sarnico, in base alla quale l’impianto va realizzato nel territorio che va a servire) aveva portato ad individuare Lonato come location per il nuovo depuratore del Garda (sempre con scarico nel Chiese). Poi però arrivò il commissariamento. Infine, si chiude la nota, «è stato anche richiesto di attendere l’esito dello studio affidato da Regione Lombardia sulle criticità del Fiume Chiese. Il ministro ha garantito che effettuerà approfondimenti sull’iter sin qui seguito, per poi riaggiornarci a breve giro».
La politica
In serata è arrivata anche la nota di Girelli e dei deputati Devis Dori (Alleanza Sinistra-Verdi) e Valentina Barzotti (M5s). Al ministro, vi si legge, «abbiamo portato la richiesta del centrosinistra - già manifestata anche attraverso una proposta di legge e una mozione - di eliminare la figura del Commissario straordinario. Il ministro si è riservato di effettuare le opportune valutazioni». Come Pd, Sinistra-Verdi e M5S, aggiungono i tre parlamentari, «abbiamo già chiesto e ottenuto per il prossimo 3 aprile alle ore 15 un nuovo incontro col Ministro. In quell’occasione porteremo al Ministero anche una rappresentanza del Presidio 9 agosto, affinché il Ministro possa sentire la posizione non solo della politica, ma anche dei cittadini, dei Comitati e delle Associazioni».
La Lega ha invece ribadito la sua posizione: sì al depuratore, siano i tecnici a dire come e dove va realizzato tenendo conto delle segnalazioni dei territori. «L’incontro con il Ministro - ha spiegato il senatore Stefano Borghesi - è stato senza dubbio positivo. Ascoltare il punto di vista dei territori è sempre opportuno e certamente aiuta a fare passi avanti. Contemporaneamente c’è anche la questione della volontà politica, che su questo tema vede la Lega a favore della realizzazione del depuratore. Riteniamo infatti che si tratti di un’opera da realizzare, lasciando ai tecnici il compito di individuare il prima possibile la migliore soluzione per procedere, contemperando la necessità della depurazione con i problemi di tutti i territori interessati che meritano attenzione e devono essere rispettati».
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