Depuratore del Garda, Bordiga: «Valli umide del fiume Mincio a rischio insabbiamento»

Così il presidente della Federazione amici del Chiese durante l'incontro di oggi con il prefetto di Brescia
VALLI DEL MINCIO A RISCHIO INSABBIAMENTO
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«Con il trasferimento delle acque reflue del Garda bresciano nel bacino del Chiese, le valli umide del fiume Mincio sono a rischio insabbiamento e impaludamento». Una nuova freccia all’arco di chi da sempre si oppone alla realizzazione dei depuratori di Gavardo e Montichiari e al trasferimento nel bacino del Chiese dei reflui gardesani. 

Una delegazione della Federazione degli amici del Chiese giovedì mattina ha incontrato il prefetto, Maria Rosaria Laganà, commissario per la depurazione del Garda per informala di una novità: la costituzione del tavolo del Mincio, una nuova realtà composta da una trentina di associazioni, nata con lo scopo di difendere il fiume mantovano. Al prefetto è stato consegnato un documento di sintesi dal quale emerge la grave situazione ambientale del Mincio dovuta alla scarsità d’acqua, che sarebbe aggravata dallo spostamento dei reflui del Garda bresciano dal depuratore di Peschiera a quello di Montichiari e Gavardo.

Secondo Maria Grazia Coffetti, componente del Tavolo del Mincio, «le valli umide, zona Rivalta sul Mincio e Santuario delle Grazie, sono a forte rischio insabbiamento. La portata del fiume negli ultimi anni si è gradualmente ridotta e oggi è pari a 6 metri cubi al secondo, di fatto mettendo a forte rischio l’ecologia del corso d’acqua». Da qui la conclusione di Gianluca Bordiga, presidente della Federazione degli amici del Chiese, secondo cui l’ulteriore sottrazione di acqua «il 40% dei reflui che oggi vanno al depuratore di Peschiera, aggraverebbe la condizione del fiume Mincio».

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