«Denunce quadruplicate, ma i bravi ragazzi ci sono»
La notte violenta di Desenzano, culminata con una rissa che ha lasciato a terra, ferito da una coltellata ad una gamba un giovanissimo, non manca di interrogare ancora una volta sulla relazione tra ragazzi e un livello di aggressività che sfocia spesso nel territorio del crimine.
Non baby gang organizzate, ma gruppi di giovani animati da un forte senso di appartenenza e spinti da un crescente disagio a commettere atti di piccola criminalità e vandalismo. Questo il quadro tracciato dal questore di Brescia, Giovanni Signer, circa tre mesi fa in occasione di un’audizione in seno alla commissione sulla sicurezza del Comune di Brescia, che era stata convocata proprio per far fare il punto della situazione sui numerosi episodi di violenze, danneggiamenti e schiamazzi nel centro cittadino.
In quel contesto erano stati presentati i dati relativi agli episodi criminosi sul territorio ed era emerso che le denunce a carico di minori sono quadruplicate in tre anni, trainate soprattutto da quelle per resistenza a pubblico ufficiale. Il questore aveva infatti affermato come «sul fronte dei reati ci sia una flessione generale. I dati dicono che le chiamate arrivate alle forze dell’ordine sono state 10.560 tra maggio e settembre 2019, 9.836 nel medesimo periodo del 2020 e 11.023 nel 2021». In leggera crescita i reati di lesione sebbene siano in calo gli accessi ai pronto soccorso.
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In crescita invece proprio le denunce a danno dei minori, che sono passate dalle 23 del 2019 alle 30 del 2020, fino alle 86 nel 2021 (da maggio a settembre), «spesso per resistenza a pubblico ufficiale» aveva rimarcato il questore Signer. Uno scenario complicato anche «dagli effetti del lockdown, sebbene sia sbagliato tacciare tutti i giovani come violenti o incivili. Nella maggior parte dei casi si tratta di bravi ragazzi e brave ragazze».
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