Delitto Bettoni, dal «nodo» complice alla rete di clienti
Ricostruire la rete di clienti della cocaina, ma anche comparare l’autopsia con la versione dei fatti agli atti. E poi escludere che chi ha ucciso possa aver avuto un complice per il seppellimento del cadavere.
Sono tutti elementi sui quali gli inquirenti stanno lavorando per chiudere il cerchio delle indagini sull’omicidio di Guido Bettoni, il 37enne ucciso in casa sua in via Benacense in città, dall’amico Lamberto Lombrici, 42enne, che per questioni di droga ha sferrato almeno 15 coltellate.
Poi ha trasportato il cadavere in auto, tenuto nel baule per 24 ore e infine sotterrato nelle campagne di Ghedi. Lombrici ha spiegato di aver colpito per difendersi da Bettoni che l’avrebbe minacciato con lo stesso coltello poi usato per il delitto.
Lama ritrovata in un cassonetto dell’immondizia a Moniga del Garda, vicino al camping dove sta trascorrendo le vacanze la madre di Lombrici e dove lo stesso ha detto di essere stato sabato.
L’autopsia sulla vittima, eseguita nelle scorse ore, dirà se le ferite sono compatibili con la confessione.
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