Del Bono-Rolfi: il caso social finisce in causa

Nel mirino il commento dell’ex vicesindaco che definisce Reboni «l’amico del sindaco»
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L’ammonimento arriva in carta bollata: servono «le pubbliche scuse», pena l’avvio di una causa civile bella e buona. A firmarla è l’avvocato del sindaco Emilio Del Bono che invia la raccomandata al vicecapogruppo della Lega in Regione, Fabio Rolfi.

Il verdetto è già scritto: nessuna pace fatta. «Non intendo porgere alcun tipo di scusa» è infatti la replica dell’ex vicesindaco, formalizzata dal suo legale.
Sullo sfondo di un botta e risposta che si sposta nelle aule della Giustizia c’è il «caso Reboni», la vicenda del dirigente che ha firmato un bando cui ha poi partecipato, aggiudicandosi l’incarico. Sotto accusa, però, non c’è la vicenda, ma i commenti social del consigliere regionale. L’avvocato Alessandro Ferrari, per conto del sindaco, contesta infatti un post sul profilo Facebook di Rolfi: «Oggi si parla di Brescia a livello nazionale per il concorso pubblico vinto dallo stesso dirigente che l’ha firmato. Guarda caso amico del sindaco» sono le parole (datate 20 marzo) che precedono l’articolo di stampa. Un commento che il sindaco ritiene denigratorio e non veritiero, poichè il dirigente in questione lavora in Comune dal 2006. Di qui, la richiesta: si cancelli quella frase e si chieda scusa entro otto giorni, altrimenti si va alla causa civile. 

E se l’assessore regionale Simona Bordonali esprime il suo appoggio al collega di partito («Ormai Del Bono è alla frutta, cerca di intimidire le opposizioni con gli avvocati. Forza Emilio, aspetto anch’io una bella diffida»), Rolfi non intende cedere: «Non ho detto, nè riportato, nulla di falso - ribadisce -. Non ho mai amato i bulli, a maggior ragione quelli istituzionali, liberi di denigrare, criticare e a volte anche insultare quando siedono in opposizione, ma assai suscettibili quando sono loro ad amministrare». Come a dire: causa civile sia.

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