Del Bono: «Nessun obbligo di rilevare il sito della Caffaro»
«La Caffaro fa parte di un Sin, sito di interesse nazionale, la cui bonifica spetta al ministero dell’Ambiente. Non c’è scritto da nessuna parte che l’area debba essere pubblica». In una comunicazione al Consiglio comunale, il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, ha risposto così alle notizie diffuse ieri secondo cui il ministero sarebbe disposto a sbloccare i fondi per la bonifica, solo dopo l’acquisto da parte del Comune di Brescia, della Caffaro, la cittadella industriale di 116mila ettari, inquinata da un cocktail di veleni: pcb, furani, diossine, mercurio, arsenico e tetracloruro di carbonio.
«Oggi – ha continuato Del Bono – serve approvare il progetto operativo di bonifica e quindi l’accordo di programma. Ma per fare questo non è preclusivo definire la proprietà». Del Bono ha quindi parlato di «tutela della comunità e della città di Brescia» nel respingere l’invito del ministero, arrivato a Brescia per bocca dei bresciani Vito Crimi, Claudio Cominardi e Dino Alberti, delegati bresciani dei 5 Stelle che ieri hanno incontrato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Del Bono ha quindi parlato di massima disponibilità e piena collaborazione con il ministro. E al ministero dell'Ambiente proprio ieri si è recata successivamente anche l'assessore all'Ambiente in Loggia, Miriam Cominelli, assieme al direttore generale del Comune, Giandomenico Brambilla, ma dell'esito dell'incontro al momento nulla viene riportato da Palazzo Loggia.
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