Debora Massari al TEDxLUMSA racconta i segreti del panettone di alta pasticceria
C’era anche la bresciana Debora Massari, co-founder di Iginio Massari Alta Pasticceria, fra gli ospiti di TEDxLUMSA, organizzato dall’Università Lumsa di Roma sul tema «Get on the Future». L’imprenditrice bresciana ha raccontato sul palco dell’Aula Teatro della sede Giubileo la sua azienda e il suo modo di fare pasticceria artigianale d’eccellenza, che ha rivoluzionato l’approccio italiano al settore.
L'aneddoto
«Era il 24 dicembre del 2022 e mi trovavo in una delle nostre pasticcerie quando si è avvicinato un anziano signore che mi ha chiesto: "come può essere tanto buono un panettone?". Ripeto a voi quello che ho detto a quell’anziano. Potrei spiegare perché un panettone sia così buono dandovi elementi di giudizio, dei parametri, dei numeri, dei valori... ma vi chiedo di fare un’altra cosa: chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dai profumi dell’arancia, della vaniglia... Abbandonatevi alle consistenze dell’impasto e ritrovate un vostro momento di vita, un ricordo, un’occasione».
Atto d'amore
«Che cos’è infatti il cibo se non trascendenza, emozione. Non si può insegnare il gusto - ha proseguito Debora - . Noi nel nostro settore lo possiamo al massimo ingentilire. Il panettone è buono perché è vero, perché racconta la storia di un uomo e del suo testimone, raccolto dai suoi figli: è un atto d’amore».
Come Raffaello
La bresciana, figlia del maestro pasticcere Iginio, racconta ancora: «Un paio di anni fa ho ricevuto un incarico per gli Uffizi. Mi avevano chiesto di creare un dolce ispirato al Tondo Doni di Michelangelo e ai doni di Raffaello. Documentandomi e ripercorrendo lo studio delle botteghe rinascimentali, mi sono imbattuta in una grande emozione. Abbiamo ritrovato un accostamento tra il nostro modo di fare impresa e quel gigante dell’arte che risponde al nome di Raffaello».
«Raffaello ha trasformato la propria bottega in una scuola e ha creato grandi discepoli: è stato talmente in grado di trasferire conoscenza che ancora oggi, nonostante gli strumenti dei quali la scienza dispone, non è dato sapere di chi fosse la mano sulle tele. Ho ritrovato la stessa idea nella nostra impresa: mio padre è il maestro dei maestri e noi figli siamo i suoi primi discepoli. Ciascuno è diverso: è portatore di un pensiero, di una idea di impresa e di una via da percorrere ma tutto ci riporta ai suoi insegnamenti».
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