Davigo attacca il giudice che lo ha condannato: «A Brescia non sempre capiscono le cose»
L’attacco è frontale. Non solo al magistrato che lo ha giudicato, il presidente della prima sezione Roberto Spanò, ma all’intero sistema giustizia di Brescia. «Non solo non ho commesso reati, ma ho fatto il mio mestiere. Ma visto che a Brescia le cose non sempre le capiscono mi hanno condannato».
Sono le parole pronunciate dall'ex pm di Mani Pulite Pier Camillo Davigo ospite del podcast di Fedez, «Muschio selvaggio». «Se un pescatore pesca un luccio di 15 chili e lo fotografano sul giornaletto di provincia, è il pescatore fa protagonismo o il luccio che è grosso? Non do giudizi, ma mi limito a dire che nel caso che mi ha riguardato, io ero un luccio che dava lustro».
Davigo è stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi per rivelazione del segreto d’ufficio per i verbali sulla presunta Loggia Ungheria, ricevuti dal pm di Milano Paolo Storari – assolto a Brescia - consegnati da Davigo al Csm. Storari disse di averli consegnati a Davigo per autotutelarsi, a suo dire, di un freno messo alle indagini dagli allora vertici della procura di Milano. «Io ero scriminato dall’adempimento di un dovere perché dovevo segnalare una situazione di illecito penale a carico di due magistrati che avevano commesso il reato di omissione di atti d’ufficio» ha detto Davigo parlando con Fedez.
«Come fa il tribunale di Brescia a dire che io violato il segreto? Il segreto sarebbe stato se avessi detto: “c’è un’indagine con questi nomi” e non “guardate che non stanno facendo un’indagine”. Ho spiegato tutto nei motivi d’appello. Credo alla giustizia? Assolutamente sì. Quale è l’alternativa? C’è ancora l’appello, la Cassazione e la Corte europea dei diritti dell’uomo» ha aggiunto Davigo. Che in riferinento al giudice Roberto Spanò che lo ha condannato ha aggiunto: «Questo è un paese curioso in cui più volte il presidente del collegio di Brescia ha pubblicamente dichiarato che fino a questo processo non sapeva cosa fosse il comitato di presidenza del Csm. Non è una cosa di cui ti devi vantare».
Roberto Spanò contattato non ha al momento voluto replicare.
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