«Dare voce agli small business»: quando a Brescia l’artigianato incontra i social

Cinque giovani bresciane, con storie diverse, ci raccontano attraverso le loro esperienze uno dei fenomeni social esploso negli ultimi anni
Cura, creatività, fatto a mano e sostenibilità: sono le parole chiave del mondo dei business social - Foto di Lalba (@lalbacandlesdecor)
Cura, creatività, fatto a mano e sostenibilità: sono le parole chiave del mondo dei business social - Foto di Lalba (@lalbacandlesdecor)
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«Dare voce agli small business». È questo il mantra di quelle piccole imprese che stanno spopolando negli ultimi anni. Un fenomeno esploso sui social durante la pandemia, quando stare chiusi in casa si è tradotto in tanta creatività. Una tendenza che si è diffusa anche a Brescia, soprattutto tra i giovani, che tra abbigliamento, beauty, gioielli e articoli per la casa, hanno dato libero sfogo alle proprie passioni, trasformandole in un lavoro.

Il processo di nascita di uno small business non segue un ordine preciso, ma c’è un fattore da cui non può prescindere per essere considerato tale: i social. Che poi sono proprio quello che serve ad un business locale per arrivare anche fuori dal confine provinciale.

Quello dei business social è un mondo in cui è fondamentale condividere se stessi e creare una community di persone affezionate al creatore, prima che al prodotto. L’apertura di una pagina, su Instagram o Facebook, non è solo un trampolino di lancio ma è il portale d’acquisto vero e proprio, dove la possibilità di avere un sito web non è una prerogativa, ma una scelta.

Qui potete trovare il racconto di cinque ragazze bresciane, con storie diverse alle spalle ma con un obiettivo comune: far crescere il proprio sogno.

La presenza sui social

Le creazioni di Anxela e Marta - Dal profilo instagram @itsnola_homewear
Le creazioni di Anxela e Marta - Dal profilo instagram @itsnola_homewear

Ánxela (27 anni) e Marta (33 anni), sono due ragazze di origini spagnole, si sono conosciute a Brescia, dove oggi vivono. Designer e project manager nella vita, hanno una passione comune: il cucito. Amiche e da un anno anche co-fondatrici di «ItsNola Homewear», un brand che realizza pigiama e kimono, con solo due regole: «comodità e colore».

Quanto è importante essere presente sui social?

«È molto importante, perché rappresentano un punto di riferimento. Lì riusciamo a raccontarci, e raccontare il nostro mondo. Ad esempio, quello che non ci piace della moda è lo spreco, per questo abbiamo deciso di realizzare i nostri prodotti con scampoli, tessuti di recupero, metri che avanzano, stoffe con piccoli difetti o residui di prove di stampa. E gli diamo nuova vita. In questo caso i social ci sono utili soprattutto per raccontare i nostri punti forza: fatto a mano e zero spreco».

Non solo social però, perché anche il contatto umano è importante. Un fattore che riescono a conciliare ai mercatini di artigianato. «Sono un modo per entrare in contatto con le persone, ma anche per confrontarci con gli altri business». Una presenza, quella ai mercatini, che si traduce in nuovi follower, ma anche in tanto supporto. Così anche in questi luoghi, come sui social, nonostante i brand d’abbigliamento siano tanti sono riuscite a trovare supporto e solidarietà. «Siamo arrivate in un mondo nuovo e il sostegno dei nostri colleghi è stato molto importante. Non c’è competizione, anzi ci consigliamo, sui fornitori ad esempio».

Voglio un prodotto che mi rappresenti

Le creazioni di Rachele - Dal profilo instagram @lemagliettedirachele
Le creazioni di Rachele - Dal profilo instagram @lemagliettedirachele

La seconda storia è la storia di un'idea nata dal caso: «Ho fatto la prima maglietta perché l’avevo vista e volevo ricrearla. Non mi aspettavo tutto questo interesse». E così Rachele Caprini, 24 anni e appassionata di graphic design, nel tempo libero crea e ricama per il suo «Le magliette di Rachele». Un progetto in fase embrionale, che la giovane racconta attraverso i social, che adoggi utilizza come vetrina, ma che tra non molto spera di poter lanciare come attività vera e propria. Il concetto alla base è di instaurare un legame con chi deciderà poi di acquistare: le persone si raccontano e le raccontano cosa vorrebbero, lei disegna un prototipo e realizza la maglietta, a mano. 

Perché le persone dovrebbero acquistare una maglietta di Rachele?

«Da quando ho iniziato di business delle magliette ricamate ne sono nati un sacco, ciò che ci rende diversi è la persona che c’è dietro. Quando qualcuno comincia a seguirmi per vedere l'evoluzione del mio lavoro, lo fà perché c’è intesa. Secondo me, quando decidi di acquistare da uno small business lo fai, proprio perché quello che vuoi è sì una maglietta, ma che ti rappresenti».

Oggi in Italia gli small business, che realizzano lo stesso prodotto, sono davvero tanti. «So che il mio non è un brand innovativo, ma io ci metto il mio. C’è un’organizzazione dietro: la scelta dei prodotti, lo studio dei metodi, ad esempio prima le t-shirt le dipingevo. A volte mi capita di camminare per strada ed essere riconosciuta come “quella delle magliette di Rachele”, ed è emozionante. Soprattutto sapere che conoscono anche me e non solo il mio progetto».

Non solo social però, perché anche per Rachele il fattore umano è importante. «La cosa bella degli small business è l’attenzione che riesci a dare al cliente. Grazie alle mie abilità grafiche ho realizzato delle cartoline, che in futuro vorrei inserire all’interno dei pacchi per ringraziare dell’acquisto e far vivere in qualche modo un’esperienza alle persone che mi scelgono. Così si riesce a far sentire la propria vicinanza, che solitamente viene meno con le grandi aziende».

Quanto è importante il supporto tra small business?

Quello di Rachele è un progetto ancora agli inizi, ma che cerca comunque di dimostrare supporto agli altri business con dei piccoli gesti come con un «mi piace» su Instagram o un piccolo acquisto simbolico. «Non sono la maglietta o la collana, ma il concetto che c’è dietro. Il tempo, il lavoro e l’impegno che una persona ci dedica. E chi può capirlo meglio di chi a sua volta ha, o nel mio caso sta progettando, uno small business?».

Handmade e sostenibilità

Le creazioni di Laura e Laura - Dal profilo instagram @lalbacandlesdecor
Le creazioni di Laura e Laura - Dal profilo instagram @lalbacandlesdecor

Un altro small business, ancora in fase di lancio, ma in un settore differente. È il racconto di Laura e Laura, 28 e 35 anni, ex colleghe e ora amiche, unite dalla passione per candele e decorazioni. Un sogno che si è avverato con «Lalba» inteso come «nuovo inizio», un invito per tutti ad affrontare ogni giorno con entusiasmo e voglia di vivere, ma anche un incoraggiamento a sé stesse, per affrontare con energia ed emozione questa avventura nel mondo degli small business».

Due caratteristiche che uno small business deve avere?

«Sicuramente handmade e sostenibilità. All'interno del nostro progetto (a cui non manca molto per essere lanciato e diventare realtà) abbiamo deciso di fare tutto a mano, dal packaging ai prodotti. Il nostro obiettivo è di lavorare in modo più ecologico possibile, riducendo l’uso di plastica e lo spreco di materiale».

Se parliamo di emozioni, invece, l'idea di Lalba non è solo di realizzare prodotti, fini a sé stessi, ma degli oggetti con un significato. Le candele, «sono un oggetto da tenere in casa, quindi in un ambiente intimo, e acquistarle vuol dire molto, significa scegliere un'aroma come sottofondo della propria tua quotidianità. Da poco ci siamo aperte anche al mondo delle pietre e stiamo imparando a conoscerne i diversi significati, ma questo è un discorso ancora tutto da vedere».

Cosa significa «dare voce agli small business»?

Quello delle piccole imprese social è un mondo a sé, in cui la competizione è limitata e ogni prodotto è unico. Il supporto reciproco è una legge non scritta, ma universalmente condivisa: attraverso un commento, un acquisto simbolico o l’invio reciproco di prodotti si dimostra la propria vicinanza. Far sentire il sostegno, soprattutto ai business appena nati, si traduce nel motto «dare voce agli small business»: far sapere della presenza di queste piccole realtà, nate dalla fatica e soprattutto dalla passione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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