Danno d’immagine alla GdF, condanna per ex finanziere
La partita con la giustizia penale l’ha già chiusa da un pezzo. Ora è la Corte dei conti ad aver presentato il conto, salatissimo, ad un ex militare della Guardia di Finanza, già comandante della brigata di Gardone Valtrompia e poi della Tenenza di Desenzano del Garda. È stato condannato a versare 100mila euro nelle casse dello Stato per il «danno di immagine cagionato alla Guardia di Finanza» recita la sentenza con la quale è stata messa la parola fine ad una vicenda iniziata nel gennaio 2006, quando il finanziere venne arrestato con l’accusa di corruzione e favoreggiamento personale, per aver incassato delle tangenti da alcuni imprenditori di Lumezzane, evitando loro controlli fiscali in azienda. I fatti per i quali finì in manette sono stati commessi negli anni che vanno dal 1999 al 2001 durante l’esperienza in Valtrompia.
«Non possono in alcun modo essere messi in discussione - scrive la Corte dei Conti - i fatti ed i comportamenti accertati come criminosi dal giudice penale, sia per quanto riguarda l’aspetto oggettivo sia con riferimento a quello soggettivo. Resta, quindi, accertato che abbia consumato il reato per il quale è stato condannato in via definitiva, da cui risulta la particolare gravità dei suoi reiterati comportamenti».
In primo grado davanti al tribunale di Brescia il finanziere venne condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione con interdizione quinquennale dai pubblici uffici. Pena ridotta poi di otto mesi in appello e successivamente rideterminata in Cassazione a due anni e otto mesi per la prescrizione di un capo d’accusa. Ora per l’ex militare delle fiamme gialle arriva la pesante decisione della Corte dei conti che ha accolto la richiesta della Procura regionale, rigettando l’appello dell’ex comandante di brigata che si era opposto alla richiesta di risarcimento di 100mila euro che dovrà a questo punto versare.
«Il giudice territoriale - si legge in sentenza - ha congruamente motivato la determinazione del danno erariale, avuto riguardo alla reiterata e prolungata condotta corruttiva e alla percezione di ingenti dazioni illecite di denaro. La determinazione del danno, quindi, avuto riguardo alla complessiva vicenda, deve essere confermata».
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