Dalla pancia della Concordia, 70mila tonnellate di materiale
Due anni di lavoro, dal 2014 al 2016, per trasportare circa 70mila tonnellate di materiale che erano a bordo della Costa Concordia, trainata al porto di Genova e lì svuotata per poi essere smantellata pezzo dopo pezzo. Ottanta tir al giorno, su cui sono stati caricati container pieni di metallo, ceramiche, piastrelle, mobili, materassi, rifiuti, elettrodomestici: tutto da spostare via terra verso i centri di recupero e smaltimento.
Porta la firma della Germani di San Zeno Naviglio questa enorme e delicata operazione, dopo l’affidamento del consorzio Ship Recycling, che aveva in gestione lo smantellamento del relitto ed era stato costituito da Rti Saipem con Officine Meccaniche Navali e Fonderie San Giorgio. L’azienda bresciana ha anche curato, adoperando delle cisterne, il trasporto delle 75mila tonnellate di acqua che la Concordia aveva imbarcato.
«Per la Concordia abbiamo lavorato con tutti gli occhi fissi addosso - continua Miglietta - ed era importante non sbagliare. Abbiamo puntato tutto sulla sicurezza, addestrando il nostro personale a lavorare in spazi angusti e poco agevoli». Germani ha curato anche il trasporto dello scafo in acciaio e carbonio della nave: 23mila tonnellate di rottami acquistate dalla Feralpi di Lonato del Garda, che nel giro di dieci giorni è stato fuso per produrre acciai speciali all’interno dello stabilimento di Calvisano.
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato