Dalla Florida all'Italia per passione della Mille Miglia: la storia di Enrique Napp

L'artista ha realizzato l'immagine che si trova sulla copertina dell'inserto Mille Miglia in edicola martedì 13 giugno con il Giornale di Brescia
L'artista argentino Enrique Napp - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'artista argentino Enrique Napp - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Se le macchine sono una religione, Tazio Nuvolari è stato un grande profeta e Brescia è un po’ come il Vaticano. Parola di Enrique Napp, artista argentino che ha lasciato il lusso e le spiagge della Florida per trasferirsi a Castel d’Ario. Un borgo di sole quattromila anime, ma in una posizione baricentrica rispetto a «grandi capitali dell’auto» come Brescia, Mantova e Modena. Soprattutto, però, Castel d’Ario è il luogo natio di Nuvolari: un paio di anni fa Enrique ha scelto di aprire il suo atelier proprio lì, a non più di duecento metri dalla casa del «campione più grande di tutti i tempi», per il quale nutre una sincera venerazione.

La copertina dell'inserto Mille Miglia in edicola martedì 13 giugno con il Giornale di Brescia
La copertina dell'inserto Mille Miglia in edicola martedì 13 giugno con il Giornale di Brescia

E al quale ha dedicato anche il disegno che impreziosisce la copertina dell'inserto speciale Mille Miglia in edicola martedì 13 giugno con il Giornale di Brescia. «Volevo rendere omaggio a lui e a tutto quello che rappresenta», ci spiega. All’ombra della Loggia, troviamo «Nivola» al volante dell’Alfa Romeo che portò alla vittoria nella Mille Miglia del 1933. «Sono passati esattamente novant’anni da allora. E settanta da quando ci ha lasciati. È un doppio anniversario da celebrare».

Enrique adorava la corsa bresciana fin da bambino, quando viveva in Argentina: a scuola ogni occasione era buona per disegnare auto e piloti, anche a rischio di essere rimproverato dalla maestra. Diventato più grande, si è laureato in Architettura, ma non ha mai perso la sua vena artistica. Finché nel 2014 ha deciso di trasformarla in una professione, cambiando radicalmente vita. L’altra svolta è arrivata quando, sei anni dopo, ha scelto di lasciare Miami per approdare nel Nord Italia, la «patria» dell’automobile classica. «Volevo stare vicino al mio mito. E alla Mille Miglia, che non è solo la gara più importante del mondo, ma è anche una festa estetica. Ci sono le macchine certo, ma c’è pure un’atmosfera speciale che porta gioia in ogni paese in cui passa la corsa».

Con i suoi dipinti, dallo stile unico e tanto più complesso quanto più li si guarda da vicino, Enrique racconta storie, passioni e stili di vita. È proprio così che intende l’arte nella sua essenza. Anche se in fondo, come aveva intuito Marinetti, «la macchina stessa è un’opera d’arte».

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