Dal più ricco al più povero: online i redditi di Palazzo Loggia
A Palazzo Loggia vince la trasparenza. Non da oggi, bisogna dire. Da tre anni tutti i dati su redditi e patrimonio degli amministratori sono disponibili online, nella pagina dedicata al singolo assessore o consigliere. Standosene seduti davanti al pc, si può così spulciare tra i 730 di chi siede tra i banchi comunali, sfogliare curricula, verificare indennità di carica e gettoni di presenza.
Il 12 maggio 2014 il consiglio comunale ha approvato il «Regolamento sugli obblighi di comunicazione e trasparenza» a cui sono tenuti gli amministratori ma anche i rappresentanti delle società controllate. Sindaco, assessori e consiglieri devono trasmettere il proprio stato patrimoniale, copia della dichirazazione dei redditi, curriculum, informazioni sui compensi relativi alla carica e il resoconto delle spese sostenute in campagna elettorale. Il regolamento si fonda su una vecchia legge del 1982 («Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive») rafforzata dal «Decreto trasparenza» numero 33 del 2013. Prevede anche sanzioni salate per chi sgarra: si va da un minimo di 2mila euro a un massimo di 9mila, con possibilità di pagamento ridotto entro 60 giorni dalla notifica (in questo caso la forbice va da 1500 a 3.000 euro).
Spulciando tra modelli Unici e 730 della giunta, si scopre che i redditi degli assessori sono mediamente scesi di 10mila euro in dodici mesi, segno che l’attività amministrativa lascia poco spazio alle attività professionali: l’anno di riferimento è il 2014, visto che da poco sono online le dichiarazioni dei redditi 2015.
In giunta nessuno supera la soglia dei 100mila euro, nell’anno di imposta 2013 ci riuscirono in due, Felice Scalvini e Paolo Panteghini, che resta in vetta.
Sono invece cinque i consiglieri comunale che vanno oltre i 100mila euro, Giorgio Maione, avvocato, Aldo Boifava, ex dirigente A2A, Francesco Onofri, avvocato, Donatella Albini, medico, Francesco Puccio, medico. Proprio a Puccio spetta la dichiarazione più alta, con 134.338 euro. Capovolgendo la classifica il reddito più basso è invece quello di Laura Sandonà, studentessa, la più giovane in consiglio, che presenta il Cud con i gettoni di presenza in Loggia.
Ai consiglieri comunali è infatti attribuito un gettone di presenza di 92,96 euro lordi per ogni seduta di consiglio o commissione. Nel 2015 la spesa per i gettoni è stata di 204.781 euro, cifra gonfiata dalle numerose commissioni dedicate al Pgt. Alla giunta è invece riconosciuta un’indennità di carica: 5.929 euro al mese per il sindaco, 3.557 per gli assessori, 1.778 euro nel caso siano dipendenti che non hanno chiesto l’aspettativa (Panteghini e Tiboni). In tutto 442.601 euro l’anno. Tutte cifre lorde, che la giunta si è ridotta del 10%. Online c’è anche l’elenco delle missioni di sindaco e assessori, trasferte, incontri, vertici in Regione o al Ministero: lo scorso anno sono stati spesi 6.331 euro.
Controllate. «L’obbligo di comunicazione e pubblicazione» riguarda anche controllate e partecipate. Qui la possibilità del controllo è doppia: c’è il sito del Comune, che riporta i compensi degli amministratori nominati dal sindaco, e c’è il dettaglio sui portali delle società. In A2A, per esempio, i componenti del Cda indicati da Del Bono hanno un’indennità di carica di 80mila euro l’anno (cifra lorda), più una quota variabile per altre cariche nel gruppo (dai 19mila di Antonio Bonomo ai 60mila del vicepresidente Giovanni Comboni). L’amministratore unico di Brescia Infrastrutture Fabio Lavini porta a casa 44mila euro l’anno, il presidente della Centrale del latte Franco Dusina 49mila euro (12mila i consiglieri), il numero uno di Brescia Mobilità Carlo Scarpa si ferma a 35mila (12mila i consiglieri), Giorgio Lamberti, alla guida del San Filippo, a 16mila.
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