Dal pianto della figlia, il coraggio per denunciare il marito
A farle trovare il coraggio prima di far ammonire, poi di denunciare il marito dopo 10 anni di maltrattamenti è stata la sua bambina, che - dopo aver visto per l’ennesima volta il padre mettere le mani addosso alla madre - è scoppiata in un pianto disperato. E ad aiutare la donna 40enne nel suo difficile percorso, all’inizio dell’anno, c’erano gli agenti della Questura di Brescia.
Quella della 40enne dell’hinterland è una storia come centinaia nel Bresciano: gli insulti e le violenze che iniziano subito dopo il matrimonio, che non si fermano dopo la nascita dei figli, che si fanno sempre più frequenti. Sigarette spente sulla pelle, lividi su gambe e caviglie, forchette usate come armi a tavola. Violenze che non diminuiscono neanche dopo che l’uomo - un imprenditore con la faccia pulita fuori, padre padrone in casa - lascia per propria volontà il tetto coniugale.
Dall’inizio dell’anno a oggi sono 33 gli ammonimenti del questore a Brescia e provincia; nello stesso periodo una persona è stata arrestata per stalking. “Un dramma sociale e culturale, che è un’emergenza civile” per il vicario Cesare Capocasa, che invita le donne vittima di maltrattamenti e stalking a uscire dal silenzio dando alla questura – ha detto – “la possibilità di assisterle in questo percorso”.
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