Dal lago d'Iseo a Venezia in kajak

Dal Sebino a Venezia sull'acqua, con due kajak e i muscoli come mezzo di locomozione, e i 400 chilometri dei fiumi Oglio, Po, Adige e Brenta come inusuali strade di collegamento. È stata davvero un'avventura unica, in stile pionieristico, dormendo in tenda di fianco al fiume e guadagnando terreno a forza di braccia, quella intrapresa alla fine di luglio dai tre diciannovenni sebini
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Dal Sebino a Venezia sull'acqua, con due kajak e i muscoli come mezzo di locomozione, e i 400 chilometri dei fiumi Oglio, Po, Adige e Brenta come inusuali strade di collegamento. È stata davvero un'avventura unica, in stile pionieristico, dormendo in tenda di fianco al fiume e guadagnando terreno a forza di braccia, quella intrapresa alla fine di luglio dai tre diciannovenni sebini Lorenzo Baroni (studente di Sale Marasino iscritto a Ingegneria aerospaziale), Francesco Tironi (studente di Castro iscritto a Odontoiatria) e Luca Baiguini (aspirante studente di Medicina, residente a Costa Volpino).

Armati di tre zaini con provviste, cambi e tenda, due kajak, tre pagaie, e tanta voglia di mettersi alla prova, hanno affrontato e superato imprevisti e qualche momento scoraggiante, per coronare in dieci giorni un sogno trasmesso loro dal signor Baroni, il padre di Lorenzo, che lo ha custodito in fondo al cuore per 20 anni senza mai realizzarlo.
«Invece noi lo abbiamo pensato, progettato e messo in pratica in una manciata di giorni - raccontano Lorenzo e Francesco -. Il 21 luglio, subito dopo aver concluso la sessione di esami in università, abbiamo messo i due kajak in acqua a Sale Marasino e, puntato Sarnico, ci siamo mossi decisi verso l'Oglio». Il fiume si è però rivelato un avversario parecchio ostico, vinto solo al quinto giorno, dopo 144 chilometri - continuano i due amici -. Tra dighe, scolmatori e ostacoli di varia natura siamo stati costretti a lasciare il suo letto almeno una trentina di volte, conducendo i kajak a riva per caricarceli a spalle e oltrepassare gli ostacoli a piedi.

Raggiungere il grande Po ha cambiato i connotati del viaggio. «Sono stati 155 chilometri e quattro giorni molto emozionanti -rievocano ancora - su un flusso d'acqua che ti dà forti sensazioni di potenza e ti aiuta a comprendere la grandezza della natura, sospinti da una corrente che non puoi mai permetterti di sottovalutare. Lasciato il Po abbiamo attraversato 25 chilometri di canali che toccano l'Adige e il Brenta, prima di entrare nel mare della laguna veneziana». Infine l'emozione più grande. «Non dimenticheremo mai il momento in cui abbiamo avvistato il campanile di San Marco, e nemmeno l'ora del nostro piccolo trionfo: erano le 14.02 del 31 luglio. Una giornata trascorsa tra i canali e le gondole di Venezia, con il vento, il sale e il sole sulla pelle».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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