Dal 19 novembre la Vittoria Alata torna ai bresciani
Per il momento, ci si dovrà accontentare di ammirarne la silohuette - le due ali e il profilo in fucsia e arancio - sulle bottiglie del latte di Centrale e sui gadget realizzati ormai mesi fa, quando il suo ritorno in città era dato per imminente. Ma la Vittoria Alata, il bronzo simbolo della città, dissolte le nebbie del lockdown è pronta a tornare, portando anche qualche importante novità nell’area archeologica che la riaccoglierà.
Dopo la presentazione al presidente Mattarella il prossimo 29 ottobre, e l’anteprima stampa il giorno successivo, lo svelamento al pubblico avverrà il 19 novembre. Per il rientro, Comune e Brescia Musei stanno predisponendo il sistema di visite in sicurezza: i bresciani potranno godere dell’ingresso gratuito (su prenotazione) e si lavorerà su un percorso di visita che consenta di regolamentare il flusso.
La dea spiccherà isolata nella cella orientale del Capitolium, nello spazio metafisico e sotto la luce lunare ideata per lei dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, che esalterà la superficie metallica tornata a vibrare con il restauro tuttora in corso all’Opificio delle pietre dure di Firenze. Grazie ad un’elaborata anima di metallo (la sistemazione nell’interno svuotato della statua è lavoro di questi giorni) l’opera sarà collocata su un alto piedistallo antisismico in marmo di Botticino. La sala, rivestita in mattoni ad opus listatum come negli antichi edifici romani, e con le pareti scandite da grandi riquadri composti con le cornici in bronzo ritrovate all’inizio dell’Ottocento assieme al grande bronzo, sarà una sorta di «piazza» in cui esterno e interno si scambieranno i ruoli con un grande effetto drammatico.
La Vittoria sarà sola nell’aula (le teste-ritratto in bronzo, il prezioso balteo e la statuetta con il Prigioniero resteranno in Santa Giulia, come concordato con la Soprintendenza) e sarà una delle tappe del nuovo percorso spazio-temporale offerto ai visitatori nell’area archeologica.
Con un regalo: anche il teatro, come già il pronao del Capitolium, sarà accessibile gratuitamente. Il percorso partirà, entrando da piazza del Foro, dall’area seminterrata della quarta cella del tempio repubblicano con i suoi affreschi del I secolo a. C.; si riemergerà poi nello spazio aperto e alla maestosità del Capitolium (siamo nel I secolo d. C.) per rituffarsi nello spazio chiuso delle celle con un crescendo di intensità fino alla Vittoria Alata. La statua sarà elevata sul basamento in marmo e illuminata da due spot a luce fredda, uno sul corpo della dea, l’altro a evocare l’ovale dello scudo perduto.
Da qui, di nuovo all’aperto fino all’emiciclo del teatro del II secolo d. C., con uscita su vicolo del Fontanone. Il passaggio incassato tra le abitazioni parallelo a via Musei sarà riaperto interamente al pubblico entro il 2021 quando diventerà parte integrante del «corridoio Unesco», una passeggiata ininterrotta (e liberamente accessibile) dall’area archeologica attraverso i due chiostri di San Salvatore e Santa Giulia, fino al Viridarium a ridosso delle mura romane, oltre le Domus dell’Ortaglia.
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