Da via Milano al bunker, voci della «seconda generazione»

Passato, presente e futuro di via Milano s’inseguono e s’intrecciano lungo i corridoi del bunker di via Odorici. Lo fanno attraverso l’installazione audio - che sarà inaugurata dopodomani, giovedì, alle 18.30 - realizzata da 50 bambini della scuola media Romanino sotto la guida dell’artista Jupiterfab (all’anagrafe Fabrizio Bianchini).
L’idea è coinvolgere il visitatore in una sorta di nascondino sonoro: chi varca la soglia dell’ex rifugio bellico si guarda intorno spaesato per capire da dove provengano voci, rumori e narrazioni; solo in un secondo momento capisce che deve solo abbandonarsi all’ascolto.
«Mi chiamo Patrizia; mi chiamo Janis; sono Cumba; sono Sana… Abito a Brescia, … vengo dalla Nigeria, dal Pakistan, dal Senegal, dall’India…». Sono «I ragazzi di via Milano» (da cui il titolo dell’installazione), la maggior parte nati in Italia da famiglie di migranti, a raccontare la vita di un quartiere che tanto è cambiato e altrettanto cambierà.
Il servizio integrale e i dettagli sull'edizione del Giornale di Brescia in edicola oggi, martedì 18 settembre, scaricabile anche da qui
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