Da Santa Croce alle cipolle: tutti i modi di prevedere il meteo

Prima dei colonnelli dell'aeronautica c'erano dei metodi empirici per cercare sapere come sarebbe andato il raccolto
Arriva la pioggia - Claudio Comini, dal portale zoom.giornaledibrescia.it
Arriva la pioggia - Claudio Comini, dal portale zoom.giornaledibrescia.it
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«Se piove il giorno di Santa Croce, ci saranno 40 giorni piovosi». Questo il detto che si sente pronunciare ogni anno in provincia di Brescia ai primi di maggio. Ma sapete che questo detto è usato anche in altre zone d’Italia? E che ci sono altre tradizioni contadine in grado prevedere che tempo farà?

Quando non esistevano le previsioni meteo chi viveva di agricoltura si affidava alle usanze e alle tecniche empiriche per prevedere quale annata aspettarsi e come sarebbe stato il raccolto. Tanti sono i proverbi sorti dall’osservazione dei fenomeni atmosferici e molti di questi sono legati, in varie parti d’Italia, alla festa religiosa dell’Ascensione (quaranta giorni dopo Pasqua, quindi quest'anno il 10 maggio) e a Santa Croce del 3 maggio.

Nel bresciano, ma anche nella vicina Bergamasca, uno di questi è il seguente: «Se 'l piöf 'l dé de Santa Crus, per quaranta dé l'è piuùs», che si trova anche in altre forme. Preannuncia quaranta giorni piovosi, se il giorno di Santa Croce, appunto, piove. Una versione bergamasca rincara la dose e prosegue dicendo: «Se al piöf de San Gotart, quaranta dé po’ ac» (San Gottardo ricorre il 5 maggio). Un proverbio simile è usato nel Cremonese, nella regione di Bernina in Svizzera, nella zona di Sondrio e in Romagna. Solo per fare alcuni esempi.

Tra le tradizioni c’è anche l’uso di «leggere» i semi di cachi, che serve, per esempio, a prevedere come sarà l’inverno. È sufficiente dividere orizzontalmente un caco e guardare la forma del germoglio nel seme.

Stessa cosa con la Barca di San Pietro, operazione da fare la notte tra il 28 e 29 giugno.

La tecnica delle calende è, invece, applicata in varie regioni d'Italia, con differenze riguardo al periodo scelto per la divinazione. In alcune zone le calende si praticano nei primi 25 giorni del mese di gennaio, in altre dal 13 dicembre al 6 gennaio. Ogni giorno del periodo scelto si annota il tempo meteorologico. La previsione finale, mese per mese, viene fatta all’alba del giorno 25 gennaio (San Paolo) sommando i dati.

Infine la lettura delle cipolle che intuiscono l’andamento delle stagioni. La prassi della tradizione contadina, risalente forse ai secoli del basso Medioevo, impone di allineare 12 spicchi di cipolle ricoperte di sale nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, sul davanzale di una finestra esposta a est. In base alla quantità di acqua e sale sciolto (maggiore quantità di sale sciolto significa molto piovoso) si possono prevedere le condizioni atmosferiche per tutto l’anno.

E il contadino pavonese Jack, per quest'anno, ha previsto un maggio, neanche a dirlo, piovoso. Che piova proprio a Santa Croce?!

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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