Da oggi nel Bresciano le forze dell'ordine hanno i taser: cosa sono e come funzionano

Dal 14 marzo le pistole elettriche sono state distribuite in 18 città italiane. Ecco alcune risposte ad alcune domande
Uno dei nuovi taser in dotazione della polizia a Brescia
Uno dei nuovi taser in dotazione della polizia a Brescia
AA

Da oggi in provincia di Brescia le forze dell'ordine hanno a disposizione i taser, le pistole elettriche che invece delle pallottole sparano due elettrodi per impedire soggetto colpito di muoversi, facendone contrarre i muscoli. 

Come stabilito dal governo, dal 14 marzo scorso sono state distribuite 4.482 pistole elettriche a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. In Italia si erano già sperimentate in passato a livello locale, ma ora possono essere utilizzate ufficialmente dalle forze dell’ordine come alternativa alle armi da fuoco. Sono state date a 14 città metropolitane italiane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Messina e Catania) e a quattro capoluoghi di provincia (Caserta, Brindisi, Reggio Emilia e Padova). 

Ecco, in sintesi, cosa sono i taser e come funzionano.

1) Cosa sono i taser?

Si tratta di pistole a impulsi elettrici, che sparano due elettrodi posizionati su piccoli dardi che possono arrivare a sette metri di distanza. In Italia il taser è classificato come arma non letale, che fa uso dell'elettricità per impedire al soggetto colpito di muoversi, facendone contrarre i muscoli. 

Il taser è anche considerato arma propria: significa che può essere venduto esclusivamente a chi possiede un porto d’armi e non può essere portato in giro. 

I taser sono stati inventati alla fine degli anni Sessanta, ma i modelli che permettono l’immobilizzazione totale di una persona sono stati progettati a partire dalla fine degli anni Novanta. Il termine taser deriva dal nome del marchio più comune di pistole elettriche, Taser International. Nel 2017 l’azienda ha deciso di cambiare nome in Axon, anche per via del fatto che nel 2007 l’Onu ha giudicato i taser uno strumento di tortura.

2) Quando sono arrivati i taser in Italia?

Dal 14 marzo, 4.482 taser sono in dotazione alle forze di polizia di 18 città italiane: sono pistole elettriche che il governo aveva acquistato lo scorso luglio dalla Axon Public Safety Germany, ex Taser International. Se ne parla però dal 2014: in quell’anno era stato approvato un emendamento all’interno del decreto legge sulla sicurezza negli stadi per avviarne la sperimentazione da parte dei reparti mobili (l’allora ministro dell’Interno era Angelino Alfano). La sperimentazione è partita quattro anni dopo in 11 città con Matteo Salvini ministro dell’Interno.

Il 10 marzo di quest’anno sul sito del Viminale è stato pubblicato un comunicato in cui si annunciava l’utilizzo effettivo del taser a partire dal 14 marzo.

3) In quali circostanze viene usato?

Il taser è a tutti gli effetti una arma in dotazione alle forze di polizia, anche se non letale. Per questo il suo uso è regolato dalle specifiche norme operative dei reparti che lo hanno in dotazione e deve comunque sempre rispettare una logica di proporzionalità rispetto al rischio e alla minaccia per l'operatore o una terza persona che si vuole contrastare. Per Vittorio Costantini, segretario generale dell’Unione Sindacale Italiana Poliziotti (USIP), il taser «è uno strumento che permette di evitare conseguenze peggiori, sia per l’operatore di polizia, sia per coloro che vengono fermati», ha spiegato a Valigia Blu.

4) Perché si usa il taser?

Il principale obiettivo dell’impiego dei taser è la deterrenza. Per questo la pistola elettrica adottata in Italia è uno strumento giallo molto ben visibile. Si viene avvisati prima che venga utilizzato e produce un suono quando si arma. Dovrebbe insomma far desistere un soggetto aggressivo dall'avvicinarsi e colpire le forze di polizia. Viene utilizzato quindi solo quando l'effetto deterrente non è stato raggiunto: a differenza delle altre armi in dotazione, dovrebbe garantire il risultato praticamente senza danni per il soggetto da fermare.

5) Fa male alle persone?

In linea teorica il taser potrebbe provocare danni muscolari o interferire con alcune specifiche apparecchiature elettriche collegate al cuore in particolari tipologie di pazienti (come i cardiopatici), oppure impattare in maniera maggiore su fasce fragili con condizioni di salute più precarie, come le persone senza dimora, i tossicodipendenti o le donne in stato di gravidanza. In Italia, nei mesi di sperimentazione nelle città in cui è stato adottato prima di Brescia, non sono stati segnalati casi. 

A oggi comunque manca uno studio scientifico che analizzi i rischi per la salute collegati all’impiego della pistola elettrica. 

6) Perché proprio il taser e non un altro strumento?

Si tratta di uno strumento non letale impiegato dalle forze di polizia di tutto il mondo per immobilizzare soggetti aggressivi senza contatto con l'operatore (a differenza di manette e sfollagente) e senza lasciare danni permanenti (a differenza delle armi da fuoco). Il taser è concepito come sistema di difesa dopo i tentativi di fermare verbalmente e fisicamente la persona.

7) Era davvero necessario?

TASER ALLE FORZE DI POLIZIA

Da anni i sindacati di polizia lamentano, con uno specifico osservatorio, l'aumento delle aggressioni agli operatori di polizia e l'alto numero di feriti e contusi in servizio che comporta, inevitabilmente, riduzione delle persone disponibili in servizio con organici già ridotti.

A inizio aprile il segretario generale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia Rosario Morelli ha detto ai microfoni di Teletutto che «in Italia viene aggredito un operatore di polizia ogni 3 ore. Serve una legge specifica con pene certe e maggiore tutela per i membri delle forze dell'ordine». Il segretario bresciano del Sindacato autonomo di polizia Andrea Debiasi ha voluto fare un passo avanti: «Serve ora che lo strumento venga messo anche a disposizione della Polizia Ferroviaria - ha detto -, sempre più oggetto di aggressioni violente nelle stazioni e sui treni. Colleghi che non hanno avuto neppure lo spray urticante».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato