Da Ingegneria alla F1 Renault: il primato di Riccardo

Si è qualificato nella finale europea della Infiniti Engineering Academy il 24enne bresciano Riccardo Manfredini
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Primo su 1200 concorrenti. Così si è qualificato nella finale europea della Infiniti Engineering Academy il 24enne bresciano Riccardo Manfredini.

Uno studente di ingegneria al quinto anno di corso che ora può spendere un anno fra la Renault e la Infiniti. «Dovrei cominciare questa esperianza tra ottobre e novembre» ci ha raccontato domenica allo stand dell’Università degli Studi di Brescia - facoltà di Ingegneria- alla Fiera di Orzinuovi dove i ragazzi hanno presentato al ministro Martina il prototipo di formula realizzato nei laboratori dell’ateneo. La selezione degli studenti e delle menti più brillantri è realizzato dal team Renault che auspica di vincere il campionato di Formula 1 entro cinque anni, rispettando così una tempistica indicata al momento del ritorno nella categoria (avvenuto nel 2016) e diventata una sorta di consuetudine: la Mercedes ha impiegato cinque stagioni prima di essere la macchina da vittorie che oggi conosciamo, la Red Bull si è aggiudicata il primo alloro dopo cinque tentativi e proprio la Renault ha già visto esaudire il desiderio, nel corso della sua penultima esperienza in Formula 1, vincendo il titolo quattro anni dopo. 

Nel 2020 potrebbero far parte del team alcuni ingegneri passati attraverso la Infiniti Engineering Academy, giunta quest’anno alla terza edizione, che permette a giovani studenti di trascorrere sei mesi all’interno del centro tecnico europeo della Infiniti (costruttore facente parte del gruppo Renault Nissan) a Cranfield e altrettanti nel quartier generale della Renault F1, a Enstone, dove si lavora sulle monoposto che Jolyon Palmer e Kevin Magnussen portano in gara.

Il programma è attivo in sette aree geografiche del mondo ed è aperto agli studenti: Manfredini ha partecipato per lo scenario Europa, tra test, colloqui, interviste con tecnici e la prova della costruzione di una vettura ibrida. La prova più affascinante è stata questa, ossia costruire una piccola automobile ibrida, con la quale completare un breve percorso, utilizzando solo componenti molto semplici e basilari: batterie di tipo AA, listelli di balsa e un piccolo pannello solare.

Il vincitore ha ottenuto anche l’impegno di un’assunzione, subito dopo il tirocinio o una volta concluso il percorso di studi. Riccardo Manfredini ha battuto altri nove finalisti: i dieci hanno partecipato alla finale dopo aver superato due selezioni, una in base al percorso di studi e un’altra svolta a voce. La finale europea si è svolta a Enstone (Inghilterra), dove ha sede il reparto tecnico della scuderia Renault F1, e consisteva di sei prove: una scritta di teoria, un colloquio con i giudici, la progettazione di un modellino ibrido, la richiesta di pensare a come impostare uno stabilimento, una sessione “pubblica” di domande e un giro di pista sopra una Infiniti Q30, guidata senza troppi riguardi da Magnussen

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