Da impiegata a sarta e designer: una nuova vita dopo il lockdown
Qualche mese di solitudine tra le mura di casa per trasformare la propria creatività in un possibile nuovo lavoro, la crisi economica legata alla pandemia in una opportunità. Può essere riassunta così «l’esperienza pandemica» di Vania Filippini, classe ‘86 di Borgosatollo che è riuscita a reinventarsi durante i mesi appena trascorsi e divenire una stilista già piuttosto apprezzata in rete.
Studi in infermieristica, ma con la passione per il cucito sin da piccola, Vania ha lavorato per diversi anni come impiegata in uno studio legale in città. Un impiego per «portare a casa la pagnotta», ma dove l’estrosità della giovane veniva giocoforza soffocata.
La pandemia ha però cambiato tutto. «In un primo momento ho preso il periodo di pausa a casa come una sorta di vacanza forzata - spiega la Filippini -. Durante l’estate 2020 sono stata però avvisata dalla proprietà dello studio legale delle difficoltà economiche e della conseguente impossibilità di rientrare a lavoro in ufficio».
Quei mesi sono segnati dalla cassa integrazione (con la già annunciata difficile ricollocazione in azienda) e dalle domande ricorrenti sul proprio futuro. La risposta giunge anche grazie alle lezioni di zia Gabriella e dal proprio corpo: qualche problema di salute che la obbliga a un cambiamento totale nella gestione dei ritmi lavorativi.
«Tutto mi ha portato alla scelta di pensare a un lavoro che fosse tutto mio e mi desse grande indipendenza - prosegue la 35enne -. Proprio in quell’estate mia zia Gabriella, sarta in pensione, stava cercando una persona a cui tramandare le sue competenze: un segno del destino».
Vania, che già era appassionata di cucito, prende lezioni dalla zia e inizia a lavorare ai primi modelli: «Ho iniziato con il recupero di alcuni vecchi abiti - prosegue -, ma ho capito in breve tempo che in qualche modo la mia libertà creativa veniva un po’ limitata». In questi ultimi mesi Vania riesce a dare libero sfogo alla propria arte creativa, iniziando a realizzare da zero una decina di abiti, e creando così la sua prima collezione primavera-estate.
Tutto parte dal lavoro sulle grafiche al pc che andranno a "colorare" i tessuti e prosegue nel cartamodello disegnato a mano (oppure utilizzando la tecnica del moulage, che consente di creare un capo di abbigliamento direttamente sul manichino) sino alla confezione sartoriale. Un metodo di realizzare gli abiti tra modernità a sapore antico: «Mi piace utilizzare processi creativi diversi ogni volta - conclude la Filippini -. Ciò che è certo è che ora riesco a dare finalmente sfogo alla mia creatività, con la speranza che tutto questo possa diventare presto un vero lavoro». Per visionare gli abiti di Vania visitare la pagina Instagram: «_Vanilyaa».
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