Da Giustacchini servire il caffè aiuta a crescere senza barriere
«Com’è bella la vita», non fa che ripetere Giuseppe, mentre si destreggia tra un caffè da preparare e uno spuntino da servire al tavolo. Denis, attento e concentrato, prende gli ordini e poi torna al banco per soddisfarli.
Loro sono gli utenti del servizio di formazione all’autonomia «Il Girasole» della cooperativa «La Rondine» di Mazzano, e, da poco più di un paio di mesi, si alternano dietro il bancone del «Caffè Dispensa», il fresh corner - come si legge sull’insegna - dell’Office Store Giustacchini di viale Sant’Eufemia, al confine tra la città e l’hinterland.
Ragazzi, ai quali ora si sono aggiunti anche Elia e Federica, che si stanno misurando con quelle che vogliono essere attività (non retribuite) propedeutiche ad un successivo inserimento nel mondo del lavoro.
«Grazie alla collaborazione con Giustacchini - illustra modalità e obiettivi del progetto, la coordinatrice Valeria Mezzadra - i quattro giovani, affetti da una disabilità medio-lieve, vengono inseriti nel servizio con le finalità di valutare le loro capacità e abilità para-lavorative. Affiancati da un operatore - spiega -, nell’angolo bar, in un contesto socializzante, imparano a mettere in campo le capacità presenti e potenziali, in maniera molto graduale: prima osservano, poi si cimentano in piccoli compiti».
Dall’accoglienza del cliente, taccuino alla mano, alla preparazione di caffè, insalate e piatti freddi, passando per la predisposizione dei tavoli e poi per pulizia e riordino dell’ambiente, i quattro si impegnano ciascuno per una media di 14 ore settimanali, alternandosi su due turni.
«Abbiamo accolto di buon grado questa collaborazione - guarda al servizio Davide Giustacchini - perché riteniamo che la presenza dei ragazzi dia un tocco diverso alla realtà del commercio e all’esperienza dell’acquisto. Vogliamo rimanere legati al territorio e impegnarci per lo stesso e da questa esperienza, che i nostri dipendenti hanno recepito con entusiasmo e grande sensibilità, abbiamo tutti da guadagnare. Sarebbe bello se potesse nascere una rete, fatta da più strutture e realtà, tale da coinvolgere sempre più questi ragazzi e costruire per loro maggiori possibilità».
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