Da Brescia appello al Pd: «Pieno sostegno a Draghi»
Lunga vita a Mario Draghi. È l’augurio che hanno rivolto al presidente del Consiglio i sindaci di Brescia e Bergamo, Emilio Del Bono e Giorgio Gori, e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, riuniti ieri sera a Brescia, al Parco Gallo, per commentare il libro di Bonaccini «Il Paese che vogliamo». Il messaggio degli amministratori targati Pd è esplicito: Draghi deve restare il più a lungo possibile perché è «la più autorevole figura italiana al mondo, una grande fortuna per il Paese» (Gori).
Altro che mandarlo al Quirinale, rincara Del Bono: «È necessario che resti fino alla fine del mandato e non vedo scandaloso che una coalizione pro Draghi possa presentarsi alle elezioni e procedere anche dopo in questo lavoro». Intorno a Draghi, dunque, si possono costruire i cambiamenti che Bonaccini sollecita nel libro: «Grazie alle risorse in arrivo dall’Europa potremmo colmare i ritardi del passato. Servono transizione ecologica e digitale, fibra ottica e banda larga ovunque, investimenti in manifattura e turismo, nella cultura e nella formazione: perché o investiamo sui talenti o non competeremo con i territori più avanzati sulla qualità di ciò che si produce o progetta».
«Il 70% dei nostri nipoti e già una parte dei nostri figli - incalza Bonaccini - farà lavori che oggi non esistono, derivanti dall’innovazione robotica e digitale. E la politica italiana, che vedo litigare e insultarsi, si dia da fare, come già facciamo in Emilia Romagna, per dare nuovi strumenti a chi cerca lavoro».
Sollecitati da Monica Peruzzi di Sky, i sindaci lombardi avvertono anche il segretario del loro partito: Draghi va sostenuto con più convinzione. «Il Pd - afferma Del Bono - è il principale sostenitore di Draghi, bisogna dirlo e accreditarsi come una forza responsabile, riformista e affidabile. È importante che il Pd in questi mesi ribadisca la consonanza e l’affinità dell’agenda programmatica con questo governo. Noi dobbiamo sentirci sostenuti da un partito che, oltre a parlare di ius soli e diritti civili, appoggi Draghi in questa opera fondamentale di rinascita».
E Gori: «Quando parla di lavoro, salute, ambiente il Pd allarga la base di consenso, mentre se si accontenta di sventolare bandiere identitarie resta nel suo perimetro e allontana la prospettiva riformista». Talenti, innovazione, ricerca, competizione: quelle di Bonaccini, che ha decantato a lungo le qualità della sua regione, sono le parole d’ordine di un riformismo attento più all’Europa che alle diatribe romane. «I dati sull’export nei primi sei mesi del 2021 dicono che l’Emilia Romagna ha segnato un +6% rispetto al 2019, che per noi fu un anno record. Nel mondo c’è una straordinaria richiesta di made in Italy. Con i fondi in arrivo dobbiamo mettere a disposizione degli imprenditori gli strumenti per stare davanti agli altri».
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