Da Brescia ad Assisi centinaia in cammino alla marcia della pace
«Fraternità», e non poteva essere altrimenti nella terra dell’autore del Cantico delle Creature. Così questa parola a caratteri cubitali su uno striscione portato da studenti, ha aperto il cammino da Perugia ad Assisi per i 70mila «pellegrini della pace» che hanno partecipato domenica alla marcia che ha raggiunto la città di San Francesco.
Sulle tracce del suo ispiratore, il filosofo e pensatore nonviolento Aldo Capitini che per primo la promosse questa marcia nel 1961, hanno camminato anche alcune centinaia di bresciani arrivati in Umbria con una dozzina di pullman e un due gruppi anche in sella alla bicicletta. I giovani, tra cui i 3.500 studenti delle superiori di ogni parte d’Italia convenuti a Perugia in questi giorni per percorsi di formazione alla pace, sono stati i protagonisti di una partecipazione multiforme nel segno dei colori dell’arcobaleno, che ha rispettato il dettato di Capitini, di non arruolare sotto bandiere ideologiche e partitiche un messaggio universale rivolto a tutti gli uomini di buona volontà.
Nel contesto di un dibattito pubblico molto aspro soprattutto in materia di sicurezza e immigrazione, risultano particolarmente significativi alcuni passaggi del messaggio inviato ai promotori dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e letto alla partenza: «La nostra forza poggia sulla capacità di mobilitare le coscienze e di non retrocedere per nessuna ragione sui diritti della persona. La pace coinvolge e sfida la cultura, l’economia, la politica, l’educazione, interpella ciascuno. L’apporto creativo dei giovani è indispensabile per dare sostanza alla pace».
La pace si declina anche come solidarietà, in vari modi, come quella ad esempio del folto gruppo di «marciatori» arrivati da Gavardo che indossa la maglietta «Fallo con il cuore». «A motivare il nostro impegno è il ricordo di due fratellini morti per problemi cardiaci che vogliamo onorare con iniziative di solidarietà quali la donazione di defibrillatori ai comuni», ci spiegano Stefano ed Eva, mentre la pioggia sembra lasciar spazio a una timida schiarita.
Ettore Brunelli, già medico del lavoro, è invece uno dei «paciclisti» bresciani che incontriamo sulla strada di Assisi. Oggi, alla militanza storica in Legambiente, ha aggiunto l’attività nella neonata associazione «Restiamo umani». «Ogni settimana ci proponiamo di offrire a Brescia un evento o un’attività che favorisca la convivenza civile e l’integrazione», sottolinea. La marcia per la pace, dunque, continua. A Brescia e altrove. Assisi è solo una bella, festosa tappa.
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