Da Brescia a Vienna in bicicletta: così i ragazzi pedalano per la pace
Da Brescia a Vienna in bicicletta, sotto il sole e la pioggia, per promuovere la pace: 350 chilometri sui pedali, tra paesaggi incantevoli, come il passo delle 3 Croci, uniti dalla voglia di stare insieme e conoscere persone nuove.
È la bellissima esperienza che una trentina di studenti di tre scuole bresciane (Dandolo di Bargnano, Lunardi e Canossa di Brescia) hanno vissuto a fine aprile. L’esperienza è stata raccontata e illustrata proprio ieri all’Istituto superiore Dandolo.
Il percorso
I ragazzi sono stati accompagnati nel lungo itinerario sui pedali da insegnanti e da un gruppo di amici - tra i quali don Fabio Corazzina e Antonio Trebeschi - al motto di «Per...corri la pace». «È stato un percorso molto duro - assicura Daniele Tamagni del Canossa -, ma che abbiamo voluto portare a termine perché eravamo spinti da un messaggio forte. Alla fine la fatica è stata ripagata al traguardo: poter dire "ce l’ho fatta" è stato bellissimo e liberatorio». La pedalata è stata, dunque, non solo rappresentativa di un messaggio di pace, ma anche un percorso formativo per i giovani ragazzi che l’hanno realizzata: una prova di resistenza non tanto fisica quanto morale, e soprattutto di squadra.
Il racconto
L’incontro è stato aperto da un video in cui alcuni bambini chiedevano conto dei comportamenti degli adulti : «Voi adulti ci dite di non litigare, poi fate la guerra. Vi siete dimenticati come si fa la pace?». A questa domanda ha provato a rispondere don Fabio Corazzina, presente anche lui per ripercorrere le varie tappe della pedalata, contrapponendo tra fatti tragici e persone illuminate.
Il parroco ha ricordato i recenti anniversari della strage di Piazza Loggia e di quella di Gornji Vakuf del 29 maggio 1993. In mezzo a questi due momenti drammatici, don Corazzina ha ricordato come in questi giorni sia anche ricordata la nascita di don Milani, figura edificante e promotore di pace.
La parola è poi passata agli studenti, che hanno raccontato le tappe dell’esperienza. I ragazzi sono stati molto colpiti dalle visite a Longarone, comune distrutto dalla tragedia del Vajont, e al campo di concentramento di Mauthausen («Un conto è sentir parlare di queste tragedie a scuola, un altro è vedere di persona i luoghi in cui si sono consumate»). Anche i docenti sono rimasti soddisfatti dell’esperienza, che ha segnato e temprato anche il loro carattere.
«È stata dura pedalare - ha commentato Francesco Tripaldella, uno dei docenti organizzatori -, ma anche la preparazione non è stata uno scherzo. Ma ne è valsa la pena».
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