Culle vuote: bresciane fanalino di coda per la natalità

Dal Baby Boom degli anni '70 alle difficoltà di oggi, le analisi dei dati e i pareri degli esperti
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Natalità e fertilità. Due facce di una stessa medaglia, difficili da scindere in un ragionamento sulla struttura della popolazione profondamente mutata negli ultimi decenni. Anni in cui il numero medio di figli per donna nella nostra provincia è sceso a 1,29 contro i 2,17 delle straniere (dato Istat riferito al 2014), indice di fecondità al di sotto della media nazionale che si attesta sull’1,37 e ampiamente inferiore a quella della Francia dove si attesta sui due figli per donna.
 
Ancora: il rapporto tra numero di nati e popolazione media nel Bresciano nel 1971 (anni del baby boom) era di 15,7 ogni mille; nel 1987 è sceso a 6,5 nati ogni mille abitanti; nel 2004 un lieve aumento, 10,2 e, infine, nel 2014 si è attestato a 8 ogni mille. Praticamente, la metà rispetto a quarant’anni fa. Una rivoluzione demografica nella quale gli immigrati hanno avuto - ed hanno - un ruolo da protagonisti. Nel 1993 in città sono nati 18 figli di immigrati su un totale di 1.411 nascite; nel 2008 i figli di immigrati sono stati 699 su 1.872 nati.
 
Due facce di una stessa medaglia, dunque, perché cambiamenti così significativi nella struttura di popolazione non possono non far riflettere sul futuro delle generazioni, sulla sostenibilità del sistema pensionistico e, perché no, su quella del sistema sanitario se - e ricorriamo ancora ai numeri - otto nati su cento hanno una madre ultraquarantenne.
 
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