Cromo VI nell'acqua, scontro tra M5S e Fondra
Sul cromo esavalente nell’acqua è in corso uno scontro con punte polemiche e aperture al dialogo tra l’assessore all’Ambiente in Loggia, Gianluigi Fondra, e gli esponenti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle di Brescia, con in testa Gabriele Avalli, candidato alle primarie che lo scorso anno incoronarono Laura Gamba nella corsa verso la Loggia.
La contesa si è aperta dopo la pubblicazione alla fine della scorsa settimana dei risultati della settantina di analisi fatte in altrettante abitazioni tra città e provincia, (con valori compresi tra 2 e i 5 microgrammi/l per il 36% dei casi, tra i 5 e i 10 μg/l per il 38% e oltre i 10 μg/l nell’11% dei campioni): livelli in linea con quelli resi disponibili finora da Asl e A2A e che rispettano il limite di 50 μg/l previsto dalla legge (per il cromo totale), ma che per i pentastellati sono comunque «sconcertanti». «Ci stupiamo di come l'amministrazione pubblica minimizzi il problema giustificandosi a mezzo della carenza legislativa – si legge in un comunicato - e non intervenga facendo valere il principio di precauzione».
L’assessore si è detto tranquillo («Non abbiamo nulla da temere») e si è chiesto come mai i dati dello studio non siano stati inviati al Comune, aggiungendo i suoi dubbi sulla validità dell’operazione: «Intendiamoci un’analisi su 70 campioni non ha un valore statistico, ma se l’indagine dovesse avere qualche rilevanza scientifica la sottoporrò volentieri all’attenzione dell’Osservatorio sull’acqua». Di qui l’invito ai componenti del Meetup a fare avere la documentazione per esaminarla nell’Osservatorio acqua bene comune, avviato nei mesi scorsi dalla Loggia, di cui è prevista una riunione il prossimo 22 maggio.
Ma da Avalli, già esponente di primo piano del Codisa, è arrivata domenica via facebook una netta replica. «Mentre l'assessore Fronda (così nel testo, ndr) e la sua giunta sono impegnati a "interpretare" noi già a dicembre abbiamo presentato una risoluzione per introdurre il limite di 5 microgrammi/litro per la concentrazione di cromo VI esavalente nelle acque destinate al consumo». L’affondo è seguito da un’apertura, seppur poco convinta: «Potrebbe essere la partita perfetta, la partita per il futuro, quella da giocare tutti insieme. Ma politici e cittadini non giocano nella stessa squadra». La discussione si è sviluppata on line anche con interventi di altri simpatizzanti, compreso chi stigmatizzava l’atteggiamento critico dell’assessore nei confronti delle «analisi fai da te».
E in merito agli interventi legislativi per abbassare i limiti consentiti, Fondra ha proseguito in un post sul suo blog dal titolo esplicito dedicato a Vito Crimi «Dal sonno in Senato alla propaganda sul cromo VI. Per cosa lavora il sen. Crimi?».
«Non dovrebbe essere uno sperduto assessore all'ambiente di provincia a ricordare a dei parlamentari della Repubblica che per riscrivere norme di carattere sanitario servono pronunciamenti delle organizzazioni nazionali e internazionali perché la salute non conosce né confini amministrativi né supremazie territoriali». «In ogni caso si sappia che personalmente condivido lo spirito della risoluzione del Movimento 5stelle – ha aggiunto -, ma in tutta franchezza da dei parlamentari mi aspetto molto di più.
Me lo aspetto non solo da loro ma anche dai tanti parlamentari del mio Partito verso i quali ho già avviato sollecitazioni in tal senso».
Il commento alla vicenda si chiude poi con un’attacco ai pentastellati, accusati nemmeno troppo velatamente di voler strumentalizzare il caso cromo VI. «Con la propaganda – scrive Fondra - non si tutela la salute dei cittadini, men che meno di quelli più indifesi come i bambini. Lavoriamo insieme per il bene comune non andando alla caccia di un pugno di voti».
Caso chiuso? Difficile dirlo. Il cromo esavalente nelle acque di Brescia resta un tema caldo e la vicenda di via Razziche dimostra quanto alta sia la preoccupazione tra i cittadini nonostante le rassicurazioni di Comune, Asl e A2A. Resta da capire quando la multiutility avvierà il lavoro in tutta la città per l’abbattimento dei livelli di cromo VI nell’acqua, già sperimentato con successo al Villaggio Sereno. In attesa che lo scontro, o meglio il confronto, politico passi dal web alla sala del consiglio comunale, in cui il dibattito sulla qualità dell’acqua a Brescia non ha trovato finora lo spazio che meriterebbe.
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