Cromo, l’Arpa: l’inquinante migra fuori dalla Caffaro

Nella relazione l’Agenzia specifica: «Non si esclude che la sorgente derivi dall’attività svolta nel sito»
Via Milano. Uno scorcio della «cittadella industriale» Caffaro affacciata lungo via Milano
Via Milano. Uno scorcio della «cittadella industriale» Caffaro affacciata lungo via Milano
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L’attuale barriera non basta. Tanto che «si conferma la migrazione della contaminazione Caffaro all’esterno del sito, in particolare verso il sito Oto Melara». Una conferma, appunto, quella che si rilegge all’interno della relazione stilata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, dati che enti e istituzioni avevano ben chiari e che hanno (non a caso) rappresentato in qualche modo il «canovaccio» di partenza per il nuovo progetto operativo di bonifica.

Del resto, nei mesi scorsi, proprio l’authority di via Cantore aveva chiesto ad Aecom di condurre ulteriori approfondimenti all’interno del sito industriale, indagini mirate e necessarie sulla scia dei crescenti valori di cromo VI riscontrati nel polo di via Milano. Di qui, la richiesta di proroga dell’azienda (che si è aggiudicata il bando di gara europeo) per la consegna del Pob, infine accordata dal Ministero. 

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