Crescono i ricorsi, il Tar naviga a vista

Inaugurato dal presidente del Tar di Brescia, Giorgio Calderoni, l'anno giudiziario: rimarcate le difficoltà del settore
TAR: INAUGURATO L'ANNO GIUDIZIARIO
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La giustizia amministrativa naviga a vista, affidandosi al pratico buon senso perché «le cose stiano come devono stare». 

Ha citato Severino il presidente del Tar di Brescia, Giorgio Calderoni, per dare l'idea delle difficoltà dei giudici amministrativi oggi. Lo ha fatto all'inaugurazione dell'anno giudiziario, prima di lasciare la parola proprio al filosofo bresciano che nella sua riflessione ha parlato di «Violenza, giustizia, tecnica». 

Difficoltà per l'inflazione normativa che parte dall'esecutivo che starebbe dominando il diritto amministrativo italiano; per lo stato sociale messo in crisi dalle criticità dello stato fiscale; per i ritmi che - con 6 magistrati sui 9 in organico - sarebbero difficilmente sostenibili sul lungo periodo.

I ricorsi pendenti sono 4.600, il 15% in più del 2014. Sono in aumento anche i ricorsi depositati: 2.500 contro i 1.700 del 2014 (+47,5%); molto più di quelli dei Tar di Veneto, Piemonte, Liguria. 

Per la grande maggioranza (il 65%) sono ricorsi in materia di diritto dell'immigrazione, sui permessi di soggiorno. 

Sentenze, ordinanze collegiali e decreti monocratici decisori di merito sono stati l’anno scorso 2.138; 2.310, invece, le decisioni cautelari, per le quali il Tar bresciano ha superato, e di molto, gli omologhi di Milano, Venezia, Torino. 

Una mole di attività ed un ritmo di lavoro che possono portare a «un aumento delle probabilità di errori» da parte del Tar, sia - per Calderoni - una maggiore «difficoltà a garantire la coerenza interna» dei provvedimenti su casi simili.

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