Covid, in Lombardia terapie intensive al 2%, un anno fa al 48%

All’alto numero di contagi non corrisponde un aggravamento della malattia, merito dei vaccini
Una terapia intensiva - © www.giornaledibrescia.it
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Il giorno di Pasqua Regione Lombardia ha diffuso l’ormai consueto report sintetico sui nuovi casi di positivi al SarsCov2 e su chi ha sviluppato la Covid.

Ad una prima lettura, considerato il totale dei tamponi molecolari eseguiti, salta all’occhio la percentuale dei positivi al Coronavirus tra i vaccinati, nettamente superiore ai positivi tra coloro che non si è mai vaccinato. «Cosa significa? Forse che non è servito a nulla vaccinarsi?» è la domanda che da più parti ci è stata posta. Ovviamente no.

Come sottolineato più volte anche dall’Istituto superiore di Sanità, quando in una popolazione ci sono molti vaccinati si verifica un «paradosso» per cui contagi, ricoveri e decessi sono simili tra i vaccinati rispetto a chi non ha ricevuto il vaccino. Può apparire come una conseguenza controintuitiva, ma soltanto perché parte dalla premessa sbagliata di considerare i numeri assoluti, e non le percentuali.

Facciamo un esempio, immaginando che esista un Paese in cui vivono 100 persone. Se si sono vaccinate tutte, ci si può attendere che 5 si ammalino e sviluppino sintomi tali da rendere necessario un ricovero in ospedale. In questo caso si ammalano solo i vaccinati, semplicemente perché non ci sono persone non vaccinate.

In uno scenario in cui 85 persone sono vaccinate e 15 no, è possibile che in termini assoluti ci siano più contagi tra il primo gruppo, semplicemente perché è molto più numeroso del secondo. Considerando le percentuali, però, il dato assume tutto un altro significato: l’Istituto superiore di Sanità ha stimato che il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione è circa dieci volte più basso nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Il paradosso dei vaccinati è noto da tempo a virologi ed epidemiologi, e come precisa l’Istituto, «è importante che sia chiaro a tutti come valutarlo per evitare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione».

I ricoverati

C’è anche un altro dato, di immediata lettura, che dovrebbe rasserenare sul fatto che chi si è vaccinato non lo ha fatto invano, pur nella consapevolezza che ogni giorni l’analisi dei dati aggiunge nuovi elementi di lettura della realtà da parte degli studiosi. Il dato riguarda i ricoveri ospedalieri.

Del resto, la «promessa» iniziale dei vaccini, ovvero quella di preservare il più possibile dalla malattia grave, è stata in parte mantenuta. Anche in questo caso, chiediamo aiuto ai dati: oggi in Lombardia l’occupazione dei letti in terapia intensiva con pazienti Covid è pari al 2%; esattamente un anno fa era pari al 48%. Ancora: oggi l’occupazione dei letti in area non critica da parte di pazienti Covid è pari all’11%; un anno fa eravamo al 38%.

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