Covid hotel, un letto per chi non si può isolare a casa

Un centinaio di posti totali in città (Paolo VI e hotel Igea) e a Desenzano, più le degenze di sorveglianza
  • Il Paolo VI è Covid hotel
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Ci sono i Covid Hotel che al momento possono ospitare una settantina di persone ed altrettante a breve. Poi, ci sono le degenze di sorveglianza con quaranta posti letto attivi e altri venti da lunedì. Due soluzioni rivolte a persone positive al coronavirus ma in differenti condizioni di salute.

Viene Ospitato nei Covid Hotel chi è positivo al Coronavirus, non ha sintomi o ne ha pochi, e non può trascorrere il periodo di quarantena a casa perché non ha un alloggio idoneo, o non ha proprio alloggio, che gli garantisca l’isolamento. Ai posti già disponibili, nei prossimi giorni se ne dovrebbero aggiungere altri: Ats Brescia sta sottoscrivendo ulteriori due convenzioni con realtà che hanno risposto alla «manifestazione di interesse finalizzata alla disponibilità di strutture, servizi per l’accoglienza in isolamento di persone positive al Covid-19» che prevede un pagamento di 70 euro al giorno a persona per i servizi alberghieri e 10 euro per l’impegno sanitario.

«Si tratta di persone in grado di stare da sole, autonome e autosufficienti e stabili dal punto di vista clinico, ma che devono rimanere isolate nelle loro stanze fino al termine del periodo di quarantena e il tampone negativo» spiega Giovanni Maria Gillini, direttore Servizio analisi e risposte ai bisogni emergenti dell’Ats Brescia. Le convenzioni. Nel dettaglio, Ats ha già stipulato tre convenzioni. Una con il Centro pastorale Paolo VI in via Gezio Calini a Brescia, pronto a giorni a riaprire le proprie porte a chi viene dimesso dagli ospedali ed è in attesa dell’esito negativo del tampone e a chi si trova impossibilitato a trascorrere in isolamento la quarantena a domicilio. Anche questa volta gli aspetti sanitari dell’operazione verranno coordinati dall’Asst Spedali Civili e in particolare dal direttore sociosanitario Annamaria Indelicato.

Le infermiere volontarie della Croce Rossa gestiranno gli assistiti e i volontari si occuperanno dei trasporti. Gli ingressi verranno vagliati da una commissione presieduta da Indelicato: a questa struttura non accederanno solo pazienti dimessi dal Civile, ma anche da altri ospedali, non solo bresciani. Un’altra con l’Hotel Igea in viale della Stagione in città dove ci sono dodici camere per la quarantena. Una terza con Casa Bonotto a Desenzano dove in cinque appartamenti indipendenti per un totale di venti stanze possono essere ospitate anche quaranta persone. L’ipotesi è di privilegiare le situazioni in cui si devono isolare madri con figli piccoli. Prosegue, intanto, la trattativa con altre due realtà - una in città e una sul Garda - per un totale di circa settanta posti.

A questa rete di accoglienza - che non è necessariamente rivolta a positivi dimessi dagli ospedali - si aggiunge un’altra ramificazione legata alle «degenze di sorveglianza». Si tratta di ambienti protetti con sorveglianza garantita da personale delle professioni sanitarie e di supporto che garantiscono la sicurezza durante l’isolamento alle persone che, sebbene siano state dimesse dagli ospedali in cui erano ricoverate per Covid, hanno ancora bisogno di un’assistenza, anche sanitaria, che non può essere garantita a domicilio. Oltre ai servizi alberghieri, ai pazienti viene assicurata la presenza di sanitari 24 ore su 24. Vi si accede attraverso il Centro regionale su segnalazione dei medici di medicina generale e degli ospedali. Ad oggi sono attivate due strutture con quaranta posti totali. Una al presidio di Orzinuovi dell’Asst Franciacorta e l’altra alla Rsa Vittoria in via Calatafimi a Brescia. Dalla prossima settimana ne verrà attivata un’altra, con altri venti posti, all’ospedale di Leno, Asst Garda.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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