Covid, dopo 19 mesi termina l’obbligo: reintegrati 350 medici e infermieri no vax

Con due mesi di anticipo i sanitari sospesi possono tornare al posto di lavoro
L’Ospedale Civile di Brescia illuminato con il tricolore durante il lockdown - © www.giornaledibrescia.it
L’Ospedale Civile di Brescia illuminato con il tricolore durante il lockdown - © www.giornaledibrescia.it
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Nel periodo «caldo» della campagna vaccinale, solo nel Bresciano erano stati sospesi circa quattrocento lavoratori della sanità. Infermieri e componenti delle professioni sanitarie in egual misura, con circa 150 per ciascuna area, meno di un centinaio tra i medici. Numeri che si sono assottigliati nei mesi a seguire perché molti, nel frattempo, hanno ottemperato all’obbligo vaccinale.

Obbligo introdotto il primo aprile 2021 e che sarebbe dovuto rimanere fino al 31 dicembre 2022, come «requisito essenziale per l’esercizio della professione».

Ora si cambia. Con due mesi di anticipo, con un nuovo governo e, soprattutto, con una situazione pandemica diversa rispetto al passato. Il neoministro della Salute, Orazio Schillaci: «Oggi la malattia è completamente diversa da quella che c’era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che man mano ci possa essere un ritorno ad una maggiore liberalizzazione. Quello che mi preme è che tutti i malati che sono rimasti indietro in questi anni, penso alla prevenzione, agli screening e ai malati oncologici, possano finalmente avere una sanità migliore, più equa, che non dipenda dalla disponibilità economica, da dove uno è nato o abita in Italia».

Normalità

Il «ritorno alla normalità» parte dal reintegro di medici e personale sanitario sospesi dalla professione, dalla sospensione del bollettino giornaliero con il numero dei casi dei nuovi contagi dei ricoveri e dei decessi che sarò reso noto con cadenza settimanale e dall’annullamento delle multe agli over 50 non vaccinati.

I dettagli in una nota del Ministero: «Il ministro della Salute Orazio Schillaci, a sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti. Pertanto - continua la nota - anche in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico, si procederà alla sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, che sarà ora reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso».

Ancora: «È in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del personale sanitario sospeso per inadempienza all’obbligo vaccinale prima del termine di scadenza della sospensione, anche per la preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali».

Ordine dei medici

Sul reintegro dei no vax interviene la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, con il presidente Filippo Anelli: «Credo che il ragionamento del ministro Schillaci in merito al reintegro del personale medico e sanitario non vaccinato sia di ampio respiro e fortemente pragmatico. Si accelera il ritorno alla normalità e si diffonde un messaggio di tranquillità alla società tenendo conto delle condizioni epidemiologiche e della storia della malattia, che oggi consentono un approccio più morbido nella gestione del Covid».

Anelli esclude che l’intenzione del ministro possa essere quella di sottolineare un cambio di passo rispetto al precedente governo: «Si va verso l’ordinaria amministrazione della gestione del Covid perché è possibile farlo e su questo siamo d’accordo. Riteniamo che i provvedimenti ordinari previsti dalla legge 81 siano più che sufficienti a garantire la sicurezza».

Anelli ci tiene, però, a sottolineare che «il vaccino ha rappresentato lo strumento per azzerare le morti dei medici per Covid e su questo la Fnomceo non fa alcun passo indietro». Il bollettino dei contagi. In merito allo stop del bollettino giornaliero, perplessità giungono dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo «M.Picone», del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

«È una scelta errata», quella di trasformare il bollettino giornaliero sui dati dell'epidemia di Covid-19 in Italia in bollettino settimanale» afferma. La preoccupazione dell’esperto è che il passaggio alla periodicità settimanale possa avere conseguenze negative sull’accuratezza dei risultati dell’analisi dei dati e sui comportamenti individuali. La questione, osserva, è «particolarmente rilevante», considerando che «l’evoluzione del virus va verso varianti sempre più diffusive, con una riduzione dei tempi caratteristici delle variazioni temporali delle quantità considerate», ha aggiunto.

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